ORATORIO SANT’ANTONIO

Il vecchio oratorio Sant’Antonio era di proprietà della famiglia Martinelli.

Di epoca non nota, sorse in località Moriggia all’angolo tra via Sant’Antonio e via San Paolo.

Servì per molti anni da piccolo santuario e camera ardente per gli aviatori del vicino campovolo e per questa ragione veniva comunemente chiamato la chiesetta dell’aviatore.

Fu abbattuto dopo la seconda guerra mondiale.

Il territorio di Cinisello e di Balsamo fu costellato da un ragguardevole numero di piccoli oratori sorti generalmente in prossimità o all’interno di nuclei edilizi privati o di centri di produzione agricola, quali le cascine.

E’ una storia millenaria che intreccia devozione popolare, credenze, memorie.

Punti di riferimento culturale per contadini e viandanti, pressoché ignorati dalla storiografia artistica, gli oratori campestri rappresentano il patrimonio ormai scomparso di una comunità.

Per lo più ignota è la data di edificazione degli oratori; nulla ci è pervenuto infatti circa la loro origine e le fasi edilizie più antiche che affondano le radici nella storia più remota della comunità.

La prima menzione per un oratorio del territorio balsamese risale al 1298. Il Liber Notitiae Sanctorum Mediolani registra una "[...] Ecclesia Sancti Marchi [...]" (la cappella esisteva ancora nel 1579 come ci dimostra la delineatio eseguita durante la visita pastorale di Carlo Borromeo); si tratta, con tutta probabilità, della cappella dell’omonimo monastero benedettino sopravvissuta all’assorbimento da parte di quello di Santa Maria di Monza avvenuto nel 1131.

E’ solo alle soglie del Cinquecento, con una dinamica urbana più vivace e articolata, caratterizzata dal sorgere di dimore nobiliari e dai nuclei agricoli decentrati della Cornaggia, Bettola e Robecco, che si assiste in parallelo alla crescita di piccoli edifici religiosi a carattere privato.

A partire dal 1567, con la visita di Leonetto Clivone, si registra la presenza sul territorio di Balsamo di due nuovi oratori: quello di San Bernardino presso la frazione Robecco e quello di Santa Margherita alla Cornaggia e circa dieci anni dopo, con la visita a Balsamo di Carlo Borromeo, anche di quelli di Santa Maria e San Marco, tutti incorporati in diversi nuclei edilizi privati.

Nel 1703 si registra ancora la loro presenza da una relazione della visita del cardinale Giuseppe Archinti.

Nel corso dei secoli successivi se ne sono perse progressivamente le tracce. Attualmente sopravvive solo l’oratorio di Santa Margherita; l’edificio, in stato di completo abbandono, si presenta in pessime condizioni. Sul lato settentrionale si possono scorgere i resti di un’edicola votiva aggettante e di un campaniletto. Gli scarsi arredi dell’oratorio probabilmente sopravvivono nella nuova chiesa di Santa Margherita.



GALLERIA FOTOGRAFICA

Oratorio Sant’Antonio

Oratorio Sant’Antonio, corteo nuziale

Processione in via Sant’Antonio, in fondo l’oratorio

Processione in via Sant’Antonio, in fondo l’oratorio

Via Sant’Antonio, a destra via Verdi, a sinistra, all’angolo con via San Paolo, edificio costruito al posto dell’oratorio

Via Sant’Antonio, angolo in cui era collocato l’oratorio

Facciata del piccolo oratorio Santa Margherita alla cascina Cornaggia

L’oratorio Santa Margherita alla cascina Cornaggia in una fotografia recente