A Cinisello Balsamo è difficile trovare ancora, lungo le strade e nelle piazze, le vecchie fontanelle verdi in ghisa, come quelle che erano collocate in piazza Italia ad angolo con via Mariani, in piazza Turati vicino al capolinea del tram che arrivava da Milano, oppure in piazza Gramsci a destra della chiesa Sant’Ambrogio ad nemus (spesso era possibile trovare nelle vicinanze delle fontanelle anche i vespasiani*, orinatoi pubblici che furono rimossi negli anni Sessanta).
Oggi è possibile vedere quel tipo di fontanelle nei parchi e nei giardini pubblici.
Una volta ce n’erano tante lungo le strade; fornivano l’acqua a chi non l’aveva in casa, o ai passanti assetati. Allora ci si spostava prevalentemente a piedi o in bicicletta, le automobili e i mezzi pubblici erano pochi e quindi la necessità di bere era più impellente.
Alla fine dell’ultima guerra si vedevano lunghe file di donne davanti alle fontanelle per approvvigionarsi d’acqua, perché l’erogazione nelle case era stata interrotta dai bombardamenti.
Dalle fontanelle usciva la buonissima acqua dell’acquedotto.
Oggi anche le fontanelle si sono modernizzate e in piazza Soncino è possibile bere l’acqua da una fontanella in acciaio, collocata in occasione dei lavori di rifacimento della piazza.
PER APPROFONDIRE
Vedovella o drago verde
A Milano le fontanelle in ghisa di colore verde, con lo stemma bianco e rosso del Comune, venivano chiamate vedovelle oppure draghi verdi. Si dice che le chiamassero vedovelle perché non le trovavi mai accoppiate e anche per quel loro incessante filo d’acqua, simile a un pianto perenne. La definizione drago verde è dovuta al rubinetto in ottone che è a forma di testa di drago.
Ti offro da bere al drago verde, era una frase molto usata tra i ragazzi di allora per prendere in giro gli amici. Si vedevano i bambini fare il bicchiere con il cavo delle mani unite, oppure con un dito sotto al rubinetto per far zampillare l’acqua, in un getto improvviso, dalla testa del drago verso l’alto; per i bambini era un modo di bere facilmente avvicinando le labbra, ma anche di giocare facendo dispetti agli amici.
Ora ne sono rimaste poche, servono più che altro come arredo urbano e alla maggior parte sono state sostituite le bocche di drago con rubinetti a pressione, che sono sicuramente meno caratteristici, ma evitano lo spreco dell’acqua, che è una risorsa fondamentale.
*I vespasiani
Vespasiano era il nome comune con cui in Italia veniva designato l’orinatoio pubblico in ghisa in forma di garitta o di edicola.
Il termine deriva da Tito Flavio Vespasiano, imperatore romano, a cui, secondo la testimonianza di Svetonio, devono il proprio nome in quanto furono da lui sottoposti a tassazione.
La tassa era dovuta dai fullones (coloro che lavavano e smacchiavano le vesti) che dai residui organici ricavavano ammoniaca.
GALLERIA FOTOGRAFICA
Nel dopoguerra i milanesi a cui era stata bombardata la casa per potersi lavare utilizzavano le vedovelle
Una corte a Cinisello Balsamo, nelle case spesso l’acqua non c’era e si utilizzavano lavatoi esterni