Le colonne in granito, con trabeazione in pietra, d’epoca seicentesca, che facevano parte del portico architravato a tre fornici della facciata di villa Pecchio Orsini Protti, sono caratterizzate dalla presenza di un capitello dorico, liscio con collarino.
Nel 1972, a seguito della demolizione della villa, le due colonne furono rimosse e collocate (in un primo tempo solo adagiate) sul terreno prima occupato dal giardino della villa.
Ultimati i lavori, le colonne furono assemblate con l’architrave per ricomporre idealmente l’antico portale della villa, dove oggi sorgono i giardini pubblici tra le vie Cadorna e Mariani.
L’esedra barocca in muratura, inserita tra due pilastri di un vecchio cancello, era posizionata all’interno del giardino formale della villa.
Dopo la demolizione della residenza i resti dell’esedra barocca sono rimasti dove erano originariamente, attualmente non accessibili dalla strada, ma visibili unicamente dall’interno del giardino della scuola materna di via Aurora.
Villa Pecchio Orsini Protti
Il fronte della villa prospettava sulla via Mariani, mentre gli ampi giardini all’italiana e i terreni di pertinenza occupavano: a sud una vasta area che arrivava fino all’attuale via Martinelli, confinando quindi con il giardino di villa Di Breme Gualdoni Forno, a ovest arrivavano fino a viale Rinascita e, a nord, quasi fino a piazza Soncino, dove è situata villa Casati Stampa Soncino
La residenza, oggi scomparsa, venne costruita nell’antico nucleo di Balsamo intorno alla metà del XVII secolo, nel lotto di terreno acquistato dal conte Ambrogio Pecchio nel 1630 dai fratelli Caprotti.
La costruzione originaria, registrata nel catasto teresiano, presentava uno schema a U, con palazzina padronale a due piani e ali di servizio leggermente ribassate.
Il cortile era chiuso verso la strada da un corpo di fabbrica centrale, secondo una planimetria assiale largamente diffusa nella zona.
Quando la proprietà passò in eredità al marchese Egidio Gregorio Orsini, la facciata principale, con portico architravato a tre fornici, venne dotata di un apparato decorativo consistente in cornici di malta alle finestre del piano nobile e fasce marcapiano di gusto settecentesco che la scandivano orizzontalmente.
Tra gli ambienti interni, che conservavano soffitti a cassettoni lignei, erano presenti, al piano nobile, un grande salone centrale e una cappella gentilizia.
Nel 1823 la villa fu acquistata dal sacerdote Antonio Maria Protti per passare, grazie a un lascito testamentario, ai Luoghi Pii Elemosinieri.
Il giardino formale all’italiana, registrato nei catasti storici, era situato dietro alla villa voluta dal conte Ambrogio Pecchio alla metà del diciassettesimo secolo. Posizionato in asse con la residenza, doveva costituire il completamento al percorso visivo prospettico che aveva inizio nel cortiletto antistante la palazzina.
Il giardino sopravvisse alla moda del giardino paesaggistico, che probabilmente impose un aggiornamento dell’impianto planimetrico.
L’area rimase intatta fino al 1933 quando, con la costruzione di via Cadorna, la parte sud venne drasticamente ridotta.
Nel dopoguerra vi fu un’ulteriore riduzione per la realizzazione di via Aurora e di alcuni edifici residenziali.
Alla villa, divenuta di proprietà dell’E.C.A. (Ente Comunale di Assistenza), successivamente vennero apportate delle modifiche alla scansione interna degli spazi per ricavarne appartamenti d’affitto, fino a quando, nel 1972, ne venne decisa la demolizione per la realizzazione di uno spazio verde comunale e di una scuola materna nell’aerea della villa stessa e del giardino di pertinenza.
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GALLERIA FOTOGRAFICA
1981, sullo sfondo via Mariani, a destra una porzione della Cooperativa L’Agricola di Balsamo, sulla sinistra si intravede l’esedra