ZAGHI MARIO

Nacque a Corbola (Rovigo) il 16 luglio 1913 da Marcello Zaghi e Gaetana Bergamini. Era un uomo di media altezza, con i capelli castani lisci e gli occhi grigi. Abitava in via Milano 18 (oggi via della Libertà). Frequentò la scuola elementare e prima della chiamata alle armi svolgeva la professione di meccanico.

Arruolato nell’Esercito con la matricola 45487, nell’aprile del 1934 venne assegnato al 34° Reggimento Artiglieria Leggera. Fu promosso caporal maggiore prima di essere messo in congedo nel 1936. Il 16 febbraio 1940 fu richiamato alle armi e partì da Bari per l’Albania; sbarcò a Valona nel gennaio del 1941. In seguito venne trasferito in Francia con il 58° Reggimento Artiglieria.
Rimpatriato il 25 agosto 1943, dopo l’Armistizio fu probabilmente uno dei tanti soldati sbandati che non riuscirono a sfuggire ai rastrellamenti tedeschi. Venne infatti catturato dalle truppe naziste a Reggio Emilia il 9 settembre 1943 e internato nello Stalag II A* in Germania.

Morì il 25 agosto 1944 in seguito a un bombardamento aereo nemico, notizia riportata da fonti ufficiali della R.S.I. (Repubblica Sociale Italiana).

Fu sepolto nel cimitero militare di Seestadt Wismar.

Il suo nome compare sulla lapide Ai caduti della seconda guerra mondiale sita nell’atrio del Palazzo comunale in piazza Confalonieri 5.

PER APPROFONDIRE

Lo *Stalag II A era un campo per prigionieri della seconda guerra mondiale situato a Fünfeichen, vicino a Neubrandenburg, nello stato federale della Mecklembourg-Poméranie occidentale, nel nord della Germania.

Fu aperto nel settembre 1939 per i prigionieri di guerra polacchi, alcuni utilizzati per la costruzione del campo stesso, altri per lavorare nelle fabbriche.
Nel maggio 1940 arrivarono prigionieri belgi, olandesi e francesi, alcuni dei quali, dei reggimenti coloniali, erano di colore e furono impiegati per i lavori più duri.
Nelle vicinanze fu costruito un campo, l’Oflag II-E, dove vennero internati ufficiali e sottoufficiali polacchi.
Nel 1941 giunsero altri prigionieri dai balcani, inglesi e jugoslavi, principalmente serbi. Alla fine dell’estate arrivarono anche prigionieri sovietici che furono rinchiusi in una zona separata, a sud del campo principale.
A settembre 1943, dopo l’Armistizio, arrivarono anche i soldati italiani.
Da novembre 1944 a gennaio 1945 furono deportati anche soldati americani, catturati in particolare durante la battaglia delle Ardennes; gli stessi furono immediatamente destinati a luoghi di lavoro.
Da febbraio ad aprile 1945, a seguito della liberazione da parte dei sovietici di territori più a est, dopo lunghe marce a piedi giunsero prigionieri dai campi di quelle zone.
Il 28 aprile 1945 una Divisione dell’Armata Rossa liberò anche lo Stalag II A che nel frattempo era stato in parte evacuato. I prigionieri furono obbligati a intraprendere una dura marcia, ma nel giro di pochi giorni furono liberati dalle truppe inglesi che intanto arrivavano da Ovest.

Il numero dei prigionieri a dicembre del 1944 era di 12581 francesi, 8694 sovietici, 1976 serbi, 950 americani, 738 polacchi, 527 italiani, 200 inglesi. Un totale di 25720 prigionieri di cui 21 ufficiali.
Solamente 3500 prigionieri si trovavano all’interno del campo, gli altri erano suddivisi in una cinquantina di comandi esterni. Il principale era quello di Teterow, situato a qualche chilometro a ovest di Neubrandenburg, dove lavoravano circa 175 prigionieri.

Dal 1993 lo Stalag II A è diventato un memoriale.

Foglio Matricolare 1
Foglio Matricolare 2
Foglio Matricolare 3


Atto di Morte


GALLERIA FOTOGRAFICA

Il campo

Le baracche

Placchetta con la matricola di un prigioniero dello Stalag II A

Memoriale