SIOLI AMBROGIO

Nacque a Cinisello il 17 luglio 1896 da Isaia Sioli.

Soldato arruolato nel 202° Reggimento Fanteria, Brigata Sesia*, cadde l’1 luglio 1916 (Sull’Albo d’Oro dei caduti della Lombardia è indicata la data del 10 luglio) a seguito di ferite provocate da bomba dirompente, nella 35^ Sezione Sanità. Dopo il decesso fu promosso caporale.

Ambrogio Sioli e Luigi Giuseppe Manzoni, nati a Cinisello, furono arruolati entrambi nel 202° Reggimento Fanteria. Non sappiamo se capitò loro di incontrarsi durante i pochi mesi al fronte così da potersi dare conforto. Manzoni morì a 26 anni, il 16 maggio del 1916, Sioli avrebbe compiuto 20 anni il 17 luglio di quell’anno, ma morì l’1 luglio 1916. Anche Onorio Donzelli, un altro cinisellese, fu arruolato nel 202° Reggimento Fanteria e due anni dopo, il 15 giugno 1918, a 23 anni, perse la vita sul Piave.

Il suo nome compare:
- sulla lapide Ai caduti della prima guerra mondiale di Cinisello sita nell’atrio del Palazzo comunale in piazza Confalonieri 5;
- sulla lapide Ai caduti della prima guerra mondiale di Cinisello sita sul sagrato della chiesa di Sant’Ambrogio ad nemus in piazza Gramsci;
- su una delle targhe Ai caduti della prima guerra mondiale di Cinisello che erano collocate sulle porte delle aule della Scuola Elementare Luigi Cadorna.

PER APPROFONDIRE

*La Brigata Sesia fu costituita nel 1916 dai Reggimenti Fanteria 201° e 202° (formato già dal 10 dicembre 1915) che, dopo un periodo di istruzione e allenamento, ricevettero l’ordine di mobilitazione il 24 febbraio 2016. La Brigata giunse in zona di guerra, alle dipendenze della 9^ Divisione (il 202° fra Basaldella e Zugliano), nei giorni dal 5 all’11 marzo 1916.
Pochi giorni prima della morte di Sioli, il 26 giugno 1916, il 202° Reggimento iniziava la sua avanzata dal Colle di Posina verso la fronte Collo-Balan e dal M. Alba verso Fuccenecco. Gli obiettivi erano in un primo tempo Cimon dei Laghi (q.1035), poi Monte Gusella-Dosso Cavallon e, da ultimo, Malga Campoluzzo-Monte Maggio e Cima Maggio. L’azione, ostacolata da intensa reazione, procedette lentamente e furono subito rafforzate le posizioni conquistate.
Solo nel periodo dall’1 giugno al 30 luglio 1916 il 202° Reggimento contò ben 178 soldati caduti, 902 feriti e 74 dispersi.

UN RICORDO DI FAMIGLIA

Dopo cento anni è ancora vivo il ricordo di Ambrogio. Il suo nome è presente insieme a quello dei commilitoni su targhe e monumenti posti in vari punti della nostra città.
_Ma per i familiari un contribuito fondamentale per non dimenticarlo è stato il racconto di Mario, il fratello più piccolo allora ragazzino, che ha raccontato l’episodio dell’ultimo incontro con la famiglia.
Ambrogio, arruolato come caporale durante la Grande Guerra, viaggiava dalla caserma verso il Fronte su una tradotta militare che si fermò nel tardo pomeriggio alla stazione ferroviaria di Monza. A quel punto venne a sapere che il treno sarebbe ripartito soltanto all’alba e chiese di parlare al suo capitano.
"Abito qui vicino - disse - mi permetta di andare a salutare i miei." Ma il capitano gli rispose: "Non è possibile questa è un operazione militare, tutti i permessi sono sospesi. - Abito qui vicino, abito qui vicino, vado e torno subito" ripeté più volte con insistenza.
Grazie alla fiducia conquistata da Ambrogio presso i superiori, il capitano acconsentì ma impose una condizione: "Devi rientrare entro mezzanotte." Ambrogio si incamminò rapidamente sotto una pioggia sempre più intensa tentando di orientarsi tra campi e sentieri fangosi. Infine, giunto nelle campagne di Cinisello, raggiunse la sua casa colonica situata vicino al confine con Cusano Milanino.
Quella sera, racconta Mario, io e la mia famiglia eravamo riuniti a tavola per cena: fuori pioveva molto forte, anzi diluviava. Lo scrosciare della pioggia copriva ogni rumore, quando all’improvviso la porta si aprì rumorosamente e comparve una figura avvolta in una mantella grigioverde, resa ancora più scura dalla pioggia che la infradiciava. Gocciolando dai vestiti, l’acqua si sparse formando dei rigagnoli che seguivano le pendenze del pavimento. Nessuno al primo istante aveva riconosciuto Ambrogio in quella strana apparizione.
Ricordo la felicità di tutti per quella visita inaspettata, racconta Mario, e chissà perché dopo tanto tempo mi è rimasto impresso quel mantello scuro e quella pozzanghera d’acqua che si allargava sul pavimento. Purtroppo solo il tempo di un breve saluto e poi nuovamente in cammino verso la stazione, verso il fronte, verso il suo destino.
Oggi di Ambrogio, oltre a questo racconto, ci restano poche cose: una targa di ferro inchiodata sulla cassa di legno che riportava a casa i suoi resti, una sua fotografia sbiadita con una vecchia uniforme militare e una decorazione di bronzo consegnata ai genitori tempo dopo.

I familiari di Ambrogio Sioli

Storia Brigata Sesia. Sito: www.cimeetrincee.it


GALLERIA FOTOGRAFICA

Ambrogio Sioli

Cimitero di Cinisello

Targa in memoria di Ambrogio Sioli

Targhetta in metallo con i dati di Sioli, utilizzata per il riconoscimento della cassa all’interno della quale era contenuto il corpo. Sioli fu sepolto nel cimitero di guerra che era probabilmente nello stesso luogo in cui avvenne il decesso.
La salma fu traslata dopo la fine del conflitto e la targa venne conservata dai familiari

Santino in ricordo di Ambrogio Sioli