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n. 200 08.07.2010

Cristiano Fumagalli

La seconda risposta è quella che riguardava la macchina di pulizia delle strade che girava sotto il diluvio. Conto fino a 10 per rimanere un po’ calmo, perché dire che sono insoddisfatto è un eufemismo. Forse l’Amministratore Delegato tecnico, il signor Dario Gotti, vedendo che l’interrogazione è arrivata da un membro della Lega Nord avrà pensato che sono rotolato a valle con la piena del Serio. In effetti, al sottoscritto non piace essere preso per i fondelli. Mi aspettavo una cosa del genere. Tanto è vero che parlando con altre persone che avevano visto questa macchina girare, ho detto spero che non mi risponda: perché così dice il contratto, perché da un automa me lo aspetterei, da chiusa buonsenso un po’ meno.
Infatti, mi trovo a dire che era impegnato in quest’attività, perché non provvedeva che rispettare il contratto. Perfetto. Mi si dice che la macchina gira sempre da gennaio a dicembre ad esclusione delle sole nevicate, dove gli operatori sono impegnati nel servizio di rimozione della neve. Ergo, se non fossero impegnati nella rimozione della neve, girerebbe lo stesso anche sotto la nevicata. La perla arriva dopo, quando mi si dice che le operazioni di pulizia meccanicizzata non sono influenzate dalle giornate di pioggia, perché il materiale viene bagnato e viene aspirato e a riprova dell’assetto si ricorda che il riflusso viene appositamente inumidito per facilità nell’asporto. Questo, ovviamente, su un terreno asciutto. Sotto il diluvio è un po’ diverso.
Ergo, da quello che scrive che è bello, piove e, quindi, ci pensa la pioggia che più è forte, più compatta lo sporco, un vero fenomeno. Se fosse vero, roba da mandare da Giacobbe a Voyager e questo non è certo un complimento. Forse, questa è una cosa del tutto sensazionale, non ci si rende conto che la fisica a Cinisello è identica… mi fermo al sistema solare, così rimaniamo per le leggi newtoniane e quando piove a dirotto e diluvia, il materiale, lo sporco non si aggruma se ne va via sotto la violenza della pioggia e cartacee, foglie e etc. se ne vanno verso i tombini. Forse sarebbe meglio che il personale andasse in giro a vedere piuttosto che i tombini non si intascano e non creino delle pozzanghere di dimensioni abbastanza notevoli, come spesso accade.
Io non lo so. Ci sarebbe anche da sorridere. A me vengono in mente certe vignette che si trovano nelle riviste dell’American Chemical society, una rivista scientifico culturale, mi viene in mente quella dell’omino chinato sulla riva di San Michel con un (registrazione non comprensibile) con una pipetta di 2,5 millilitri che goccia a goccia la metteva nell’acqua e diceva: sto cercando di controllare le maree. Siamo allo stesso livello. A me, invece, viene in mente tutt’altra cosa al decalogo del ricercatore che avevo nello studio, quando da giovane laureato lavoravo all’Università specialmente al nono e al decimo punto che tralascio per carità divina. Allora, io reitero la mia domanda, al quale non è stata data risposta e chiedo: per questo lavoro perfettamente inutile di mandare in giro una macchina che spruzza acqua per compattare un materiale sporco che non c’è sotto il diluvio, perché se ne va via, cosa è costato al cittadino? Ripeto. Voglio un semplice numero e non voglio altre corbellerie di questo tipo cosa. È costato al cittadino? Un semplice numero, euro all’ora, se è capace di fare un conto del genere.

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