Servizi > Ambiente > Animali > Altri animali

Animali da pelliccia

La discutibile pratica dell’allevamento intensivo di animali “da pelliccia” si è diffusa nel nostro continente all’inizio del Novecento.
Si tratta di un business che uccide ogni anno 50 milioni di animali dopo avergli provocato terribili sofferenze. Una cifra elevatissima, che si spiega andando a guardare quanti innocenti animaletti sono necessari per confezionare una sola pelliccia: 54 visoni, 24 volpi, da 130 a 200 cincillà, 200 scoiattoli.

Questi esserini vivono una vita fatta di dolore e privazione: vengono allevati in gabbie strette ed anguste (che fanno risparmiare spazio all’allevatore, ma soprattutto impediscono che la pregiata pelliccia dell’animale si rovini con il movimento), sono costretti a muoversi su superfici innaturali che spesso portano al ferimento delle zampe (reti metalliche o altro), costretti a patire il freddo (per far sì che il pelo cresca più folto), isolati dai loro simili e alimentati in maniera innaturale.

Negli allevamenti, proprio a causa delle pessime condizioni di detenzione, il tasso di mortalità è spesso alto. La vita di questi poveri animali è molto breve e termina in modo assai doloroso (uccisione attraverso camere a gas, per rottura delle ossa cervicali o con corrente elettrica) perché ciò che conta è che non gli venga rovinato il manto, non di certo che soffrano il meno possibile.

Le diverse associazioni che tutelano i diritti degli animali condannando questa pratica da decenni ormai: sono note a tutti le campagne di sensibilizzazione condotte tra gli anni ottanta e novanta, le quali hanno avuto degli effetti significativi nel ridurre il volume d’affari dei questo mercato.
Recentemente, purtroppo, si assiste a un graduale ritorno di popolarità di questi capi d’abbigliamento e, contemporaneamente, allo spostamento di una parte significativa della produzione verso il Sud-Est Asiatico, in particolare in Cina. In questi paesi i metodi di allevamento e prelievo delle pelli sono molto cruenti (spesso gli animali vengono scuoiati vivi).

Da alcuni anni, organizzazioni animaliste come PETA, SAP, OIPA e LAV vigilano sull’operato degli allevatori asiatici, documentando i modi estremamente crudeli con cui vengono trattati i cd. “animali da pelliccia”, diffondendo documentazioni video presso i principali media e supportando diverse campagne informative.
Nel 2001 e nel 2003 la Lega Antivivisezione ha smascherato la vendita di giacche e cappotti realizzati con pelli di cane presso alcuni grandi magazzini italiani. Grazie a questa terribile scoperta e con la conseguente pressione sul Governo, le pellicce di cane e di gatto sono state completamente vietate con l’articolo 2 della Legge 189/2004, la quale prevede l’arresto da tre mesi a un anno o l’ammenda da 5.000 a 100.000 per chiunque produca o commercializzi capi d’abbigliamento ottenuti dall’uccisione di animali domestici.

La produzione di pellicce, oltre a causare l’immotivato maltrattamento di numerose specie, ha un impatto ambientale rilevante.
La lavorazione della pelle necessita di una quantità considerevole d’acqua e dell’impiego di numerose sostanze chimiche inquinanti e allergizzanti, che vengono rilasciate nell’ambiente circostante alla fine dei trattamenti.

Per avere maggiori informazioni, visitate i siti delle principali organizzazioni che sostengono i diritti degli animali:

Lega Anti Vivisezione
Organizzazione Internazionale Protezione Animali
AgireOra Network [/http://www.agireora.org/pellicce/
People for the Ethical Treatment of Animals
Data ultima modifica: 20 luglio 2016
  • Via XXV aprile, 4 20092 Cinisello Balsamo

    Centralino 02660231

    Numero Verde 800397469

    WhatsApp 366.6229188

    Segnalazioni del cittadino

    Posta certificata: comune.cinisellobalsamo@pec.regione.lombardia.it

    Codice Fiscale 01971350150
    Partita Iva 00727780967
    Codice Catastale: C707

    Sito registrato al Tribunale di Monza n. 2022