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n. 22 15.09.2009

Strani Natalia

La mia interrogazione – ma anche di altri Consiglieri, dei quali citerò il nome alla fine - è rivolta al Sindaco Daniela Gasparini e all’Assessore alla Polizia Locale, Davide Veronese.
L’interrogazione è in merito all’ordinanza del Sindaco, la 435 del 29 luglio del 2009 sul divieto di prostituzione sul territorio cittadino. In quest’ordinanza si è deciso di vietare, ripeto le parole dell’ordinanza di vietare a chiunque di contrattare, concordare prestazioni sessuali a pagamento, di intrattenersi anche per chiedere solo informazioni, sia a bordo di veicoli che a piedi, con soggetti che esercitano l’attività di prostituzione su strada, che per l’atteggiamento e per l’abbigliamento, ovvero anche per le modalità comportamentali, manifestino comunque palesemente l’intenzione di esercitare l’attività di meretricio.
Di questa ordinanza noi riteniamo un paio di punti discutibili, uno è l’argomento sostanziale della preferenza indotta sul comportamento di cittadini, in quanto riteniamo che, il modo di vestire non possa essere determinato per ordinanza dell’Amministrazione comunale; e poi quella parte di argomento procedurale formale che rimanda ad aspetti di tipo giuridico, fondamentalmente, relativo alle forme e i modi, attraverso i quali le forze dell’ordine di Polizia locale, possono stabilire e poi rilevare le condizioni minime perché si configuri l’attività di prostituzione, ovviamente in rapporto agli atteggiamenti e ai comportamenti osservati.
Riprendo anche la frase che dice che per l’atteggiamento e per l’abbigliamento, ovvero anche per le modalità comportamentali, manifestino comunque palesemente l’intenzione di esercitare l’attività di meretricio. Questa frase la riteniamo un po’ lesiva della formazione della libertà del singolo individuo e dei comportamenti che questo possa mettere in atto privatamente.
Quindi valutato che o sono chiare le condizioni che permettano di classificare comportamenti e atteggiamenti dei cittadini, rispetto a ciò che discrimina la prostituzione, da ciò che prostituzione non è, oppure il grado di intrusione, in questo caso dell’Amministrazione nella vita dei cittadini, diventa un po’ troppo pesante e prefigura un ritorno del reato di comportamento contro la morale pubblica, che il vecchio Codice Rocco, che, come tutti sapete, è stato modificato dalla legge 66 del 15 febbraio 1996, che sono norme contro la violenza sessuale, che trasforma il rispetto alla moralità pubblica in tutela delle libertà sessuale individuale, e quindi sarebbe un drammatico passo indietro rispetto alla storia della nostra Repubblica, e ribadisco che valutiamo che lo stile e l’abbigliamento di una persona, non possa affatto essere normato, in quanto liberi cittadini riteniamo che possiamo fermarci e chiedere informazioni a chiunque, senza necessariamente essere in grado di discernere se il soggetto interpellato è una prostituta o addirittura un pericoloso criminale.
Quindi a questo punto chiediamo di sapere quali possono essere i parametri con cui si determina, si misura e si giudica che per l’atteggiamento e l’abbigliamento di un soggetto, in questo caso il più delle volte una donna, ma non solo, però l’ambiguità è soprattutto sulle donne, una donna possa mercificare il proprio corpo. Come le forze dell’ordine, la Polizia locale, determinano la condizione minima saliente relativa a configurarsi dei comportamenti di adescamento finalizzati alla prostituzione; quali capi di abbigliamento possono prefigurare in particolare questa condizione, perché a me viene in mente l’articolo 152 del Codice Penale sudanese, che vieta di indossare abiti indecenti che censurino il pubblico imbarazzo, che provocano la fustigazione, le 40 frustrate delle donne sudanesi, compreso il carcere, le pene pecuniarie, però non specificano il tipo di abbigliamento, quale tipo di abbigliamento sia appropriato o meno, la lunghezza dell’ambito finché sia considerato più o meno indecente, e quindi è troppo discrezionale come forma.
Quali azioni di tutela l’Amministrazione abbia adottato al fine di evitare di finire parte in giudizio, rispetto ad eventuali azioni legali intraprese da cittadini vittime di fraintese lettura dei propri comportamenti e atteggiamenti, perché l’episodio che mi è stato raccontato poche settimane fa, è che un giovane ragazzo a Milano, la sera usciva da un hotel con la sua ragazza, e ha subito un’accusa di prostituzione ha malmenato il poliziotto che ha chiamato prostituta la sua compagna e si è fatto due notti in galera, perché comunque c’è stato un fraintendimento.
Anche perché la mancata definizione di condizioni certe per quel che concerne comportamenti, atteggiamenti, abbigliamento e dei quali sia possibile desumere il configurarsi di un reato, prefigura, a nostro parere, un’intrusione dell’Amministrazione nei comportamenti dei cittadini, fino al limite di stabilirne il vestiario, cioè andando a violare così anche quelli che sono i diritti che possono essere sanciti dalla nostra Costituzione.
Consiglieri firmatari sono Natalia Strani, Andrea Catania, Patrizia Bartolomeo, Gerardo Gatto, Mattia Menegardo e Altafin Emanuele.
Grazie.

Risposta del Sindaco all’interrogazione n. 22 del 15.09.2010 posta dalla Consigliera Strani

Vado avanti rispetto alle cose dette, passerei al tema delle ordinanze, che mi sembra un altro tema di grande rilevanza. Questa estate, l’ho già detto, io l’avevo già detto in sede di programma di mandato, che in fase di definizione del programma amministrativo, avevo sentito le Forze dell’ordine, chiedendo loro quali erano, secondo loro, alcune emergenze su cui bisognava rispondere immediatamente e mi era stato detto con forza che c’era un problema rilevantissimo per quanto riguarda il tema della prostituzione in Viale Fulvio Testi, molti cittadini hanno sostanzialmente, oltre che coinvolto l’Amministrazione in competizione, ma hanno anche fatto denunce per quanto riguarda il consumo sessuale, perché non è questa un’ordinanza che vuole essere contro la prostituzione, c’è libertà di prostituzione, non c’è, a mio avviso, libertà di consumare sesso sotto palazzi a 12 piani. E da questo punto di vista, in rispetto a questo tema dell’ordinanza contro la prostituzione, rispetto alla quale farò avere ai Consiglieri le lettere elevate dai cittadini di ringraziamento per i risultati ottenuti, anche le multe, che mi pare, siano nell’ordine di quattro, fatte in questi giorni. Quest’ordinanza è stata vista dal Comandante della Polizia locale da parte dei Carabinieri e dalla parte della Polizia di Stato, a loro ho chiesto di aiutarmi a formulare un atto che potesse raggiungere il risultato.
Le cose che qui sono state dette in maniera molto puntuale dalla Consigliera Strani, sono cose che meritano una riflessione da parte mia, sicuramente, perché oggettivamente mai avrei pensato, visto che nel 1966 sono stata una delle prime che ha messo la minigonna in onore all’inizio di una lotta di protesta di liberazione dei costumi femminili, mai avrei pensato, e non penso che abbia mai pensato il Maresciallo Aiello o altri, che quella ordinanza dovrebbe mettere in galera o dare la multa a delle persone in minigonna.
Quindi in qualsiasi caso, accogliendo anche quanto diceva il Consigliere Lio, valuterò, l’interrogazione è stato molto puntuale, la passerò sicuramente all’ufficio legale e anche al responsabile della Polizia locale, per verificare se non ci sono situazioni che possono mettere a rischio la libertà individuale delle persone, in qualsiasi caso non c’è nessun’ombra di dubbio che la si possa e la si debba modificare qualora questo potesse sussistere.

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