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Beatrice, la sua vita tra libri e ovali

Beatrice Turolla è una nostra concittadina ventitreenne, studente di Scienze Motorie all’Università Statale di Milano. La maggior parte del suo tempo però lo passa tra Rozzano e Pavia, dove ha sede la sua squadra di rugby. Infatti milita nel Chicken Cus Pavia, iscritta al campionato femminile di Serie A. Il team nasce dalla fusione tra il Chicken di Rozzano (MI) e il CUS di Pavia.

Ciao Beatrice, com’è nata la passione per il rugby?

Ho sempre avuto una forte vocazione allo sport. Per dieci anni, sin da bambina, ho fatto atletica leggera, che però per una serie di motivi ho dovuto accantonare. Mi sono messa alla ricerca di un’esperienza sportiva che potesse darmi nuovi stimoli, e grazie a testimonianze di alcune persone a me vicine, ho capito che il rugby poteva fare al caso mio. Non conoscevo assolutamente nulla di questo ambiente, ma mi ha sempre incuriosito molto il contatto fisico a cui ti espone questo sport. Nel 2015 inizio quindi a militare nel Chicken Rozzano.

Quanto tempo ti "porta via" essere una giocatrice di serie A di rugby?

Facciamo quattro allenamenti a settimana, alla sera, a Rozzano. Poi c’è la partita vera e propria, nel weekend. La Serie A ha copertura nazionale (divisi in gironi Nord e Sud), pertanto ogni domenica giochiamo una partita che, quando va bene (cioè è sul campo casalingo) mi impegna a Pavia. Altrimenti quando giochiamo in trasferta dobbiamo spostarci in tutto il Nord Italia. Tutto questo è tendenzialmente a spese delle giocatrici, salvo piccoli aiuti da parte di sponsor per le trasferte e i materiali da allenamento. Non siamo stipendiate per la nostra attività, essendo considerate dilettanti.

Il campionato come si struttura?

Come dicevo la serie A ha una copertura nazionale, che però prevede due gironi (Nord e Sud) le cui vincenti poi si sfidano in un torneo finale a eliminazione diretta, che decreta la squadra campione d’Italia. C’è una pausa tra dicembre e marzo per permettere alle nazionali europee di sfidarsi nel torneo del Sei Nazioni. Certo è difficile per noi donne, che nella vita siamo lavoratrici e/o studentesse, seguire tutto con costante impegno, ma con una buona organizzazione del tempo alla fine risulta fattibile.

E in futuro pensi ci possano essere situazioni più favorevoli per te e per il movimento del rugby in Italia?

Non lo so, certo che la passione è tanta e il movimento rugbistico femminile sta crescendo moltissimo negli ultimi anni, tanto che l’anno prossimo verrà introdotta anche la serie B, per poter ovviare alla domanda sempre crescente. Gli introiti e la visibilità sono difficili da immaginare nel futuro prossimo, visto che già il movimento maschile - più avanti in questo senso - fa comunque fatica. Le ragazze che giocano in nazionale stanno dando il massimo e in inverno partecipano al Sei Nazioni , con buoni risultati: quest’anno siamo arrivate quarte!
Un invito che mi sento di fare è di provare, se si sente nascere la passione per questo sport. Spesso mi sento chiedere come faccia, da ragazza, a sopportare gli urti e gli scontri che avvengono durante le partite: la risposta è che per fare rugby NON è necessario essere degli armadi! Gioco con compagne di squadra dal fisico minuto che danno il massimo e sono tra le migliori in circolazione. Alla base ci vogliono attitudine e voglia di mettersi in gioco, il resto viene con l’allenamento. Certo, il giorno dopo la partita qualche livido c’è, e gli acciacchi sono all’ordine del giorno, ma si sopporta!

Mi piacerebbe aggiungere un appunto importante in merito allo sport femminile in generale: noi atlete donne siamo considerate per la stragrande maggioranza degli sport come "dilettanti", con tutti gli svantaggi che da questo consegue, non solo economici. Questa la trovo una cosa discriminante, e spero in futuro da questo punto di vista possa cambiare davvero qualcosa.

Questo è un obiettivo a lungo termine che vi auguriamo di conseguire. Ma volendo parlare di un tuo obiettivo nel futuro prossimo?

Beh, la convocazione in nazionale!

E noi te lo auguriamo, sicuri che ce la farai!

Data ultima modifica: 16 ottobre 2018
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