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Sculture e fotografie di artisti di fama internazionale in Villa Ghirlanda e al Mufoco

In contemporanea le opere di Park Eun Sun e Maïmouna Guerresi

16 luglio – 26 settembre 2015
via Frova, 10 – Cinisello Balsamo

Saranno inaugurate giovedì 16 luglio, dalle ore 18.30 in Villa Ghirlanda Silva (via Frova 10), a Cinisello Balsamo, le personali di Park Eun Sun e di Maïmouna Guerresi, intitolate rispettivamente “Città invisibili” e “Il sale e la luce”.
L’iniziativa, che si concluderà il 26 settembre, è organizzata dal Comune di Cinisello Balsamo in collaborazione con lo Studio Copernico di Milano e il Museo di Fotografia Contemporanea.

Park Eun Sun, artista sudcoreano conosciuto a livello internazionale e che da anni vive e lavora a Pietrasanta, presenta – nelle sale al primo piano di Villa Ghirlanda – una serie di sculture in marmo e granito, con la possente Column Increazione Infinite VII, alta cinque metri, che campeggia proprio all’ingresso della Villa.

Maïmouna Guerresi, scultrice e fotografa con esposizioni in corso in America, Asia ed Europa, presenta – al primo piano, nelle Sale delle Quadrerie – una serie di installazioni di donne velate, impegnate in un dialogo serrato o abbandonate in un sonno mistico, e collegate tra loro da un sentiero di sale, simbolo di una conoscenza sottile e arcana. La scultura “Light signs”, gigantesche mani di bronzo a conca, segno di accoglienza e rappacificazione, è stata anch’essa posta all’ingresso della Villa, mentre una serie di fotografie sono ospitate al Museo di Fotografia Contemporanea.

Il doppio appuntamento si innesta nelle iniziative per Expo 2015 che vedono impegnato il Comune di Cinisello Balsamo e altri enti e associazioni del territorio.

“Due artisti di pregio che la nostra città ospita per realizzare un evento in linea con gli obiettivi dell’Esposizione Universale: un’occasione di incontro, di scambio culturale per tutto il territorio – ha commentato Siria Trezzi, sindaco di Cinisello Balsamo -. Le loro sculture di grandi dimensioni collocate all’ingresso della villa, con qualche settimana di anticipo rispetto all’inaugurazione, hanno accolto i cittadini suscitando sorpresa e destando curiosità. Altrettanto interesse potranno suscitare nei visitatori le singolari opere presenti nelle sale e negli spazi del Museo di Fotografia Contemporanea”.
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Orari di apertura delle esposizioni:
da mercoledì a sabato ore 15.00-19.00; chiuso dal 2 agosto al 1° settembre.

Park Eun Sun
Park Eun Sun, nato in Corea del Sud nel 1965, ha conseguito la laurea in scultura presso il Dipartimento di Belle Arti dell’Università di Seoul e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Carrara.
La sua arte si esprime principalmente in composizioni cubiche, lineari e globulari, dove il marmo assume la forma di colonna o di altri elementi architettonici privi però di una funzione portante o di un "modo d’essere e di esistere" che esuli dal loro aspetto filosofico e umano, prima ancora che estetico. Questi elementi non assumono infatti una funzione semplicemente decorativa, ma tendono a costruire una città celeste invisibile (alla maniera di Italo Calvino), sfericamente universale, essenziale e silenziosa, in cui la stessa assenza umana è una conferma hic et nunc della presenza metafisica dell’Uomo.
Il senso del divenire temporale è racchiuso in queste forme globulari di granito, strutture ideali che ascendono o discendono trasformandosi in cubi e viceversa, con un senso di poesia geometrico-astratta che prende corpo a partire proprio dalla materia imprigionata in se stessa, pronta a scomparire e a risorgere attraverso la concretezza liquida del marmo. Ed è la geometria a dare un senso ultimo all’armonia universale, dinamica e sempre uguale a se stessa, che pervade anche l’umano e le conseguenze delle sue azioni nel mondo visibile e in quello invisibile. Un assunto che trova origine a Oriente, negli insegnamenti del Buddha o del Tao.
Il bicromatismo della pietra a volte lacerata oppure levigata, si apre allo scorrere della luce che ammorbidisce la colonna, il cubo e/o la sfera, ampliandone i volumi virtuali. Una scultura in rapporto diretto con la rappresentazione simbolica dell’uomo e del suo corpo, pervaso da correnti esistenziali negative e positive, da luminosità e ombre che si dispiegano lungo l’intero corso della vita. Umana.
Recentemente, nel 2014, è stata allestita una sua personale di sculture monumentali a Roma, all’interno dei Fori Imperiali.

Maïmouna Guerresi
Il punto essenziale da cui prende avvio la sperimentazione artistica di Patrizia Guerresi (Pove del Grappa, Vicenza, 1951) è rappresentato da una ricerca legata alle esperienze della Body Art, in cui prevale l’uso del mezzo fotografico. I suoi primi lavori sono costituiti da grandi tele componibili, con il disegno di un albero scomposto e ricomposto in un modulo infinito. Il passaggio successivo è verso una scultura riflessiva e autobiografica, che ruota di frequente intorno all’immagine di sé e del proprio corpo.
L’artista si è convertita, per scelta personale, alla spiritualità Sufi (forma di ricerca mistica propria della cultura islamica) assumendo il nome di Maïmouna.
Nei primi anni ’80 alterna il bronzo al gesso policromo: nel 1982 partecipa alla Biennale di Venezia con un’installazione appunto in gesso policromo incentrata sulla simbiosi tra l’io fisico dell’artista e la natura circostante, manipolata o meno che sia. Dal 1985 nelle sue opere predominano pietra e resina, inseguendo la tematica mitologica della mutazione corporale.
L’anno successivo Maïmouna Guerresi è invitata alla Quadriennale di Roma ed è di nuovo alla Biennale di Venezia nel settore Arte e Alchimia curato da Arturo Schwarz.
Nel 1987 partecipa con il Gruppenkunst Werk alla Documenta di Kassel, esponendo la grande scultura in bronzo Edipo Liberato. Un anno dopo gira il primo video intitolato La terra di Rea, con le sue stesse sculture inserite in un paesaggio formato da gigantesche montagne di ghiaia nera.
Del 2001 è la personale Maïmouna allestita alla Galleria Levi di Madrid.

Data ultima modifica: 9 luglio 2015
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