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n. 312 09.12.2014

VISENTIN RICCARDO

Un’altra interrogazione riprende un problema già sollevato, cioè la sentenza del TAR sulla moschea, chiamiamola così per fare in modo che i cittadini capiscano. Il TAR da quello che abbiamo letto non ha dato ragione alla nostra Amministrazione, quindi vorrei che in qualche modo venisse riassunto dal Sindaco quale era esattamente il motivo della denuncia che era stata fatta dall’Amministrazione nei confronti degli occupanti dei capannoni non adibiti in modo corretto all’utilizzo da parte di cittadini di religione islamica. Faccio presente che in questi giorni, proprio ieri se non ricordo male, la Regione Lombardia su questo tema, visto che è un tema caldo che coinvolge anche il Comune di Sesto San Giovanni e che coinvolgerà anche la città di Milano, sta prendendo delle posizioni molto nette, ma corrette, naturalmente nel rispetto della libertà religiosa ma, soprattutto, nel rispetto di quelle che sono le regole di una corretta convivenza. Mi auguro che anche la nostra Amministrazione, io sono pronto a collaborare, come credo altri Consiglieri, metta mano in qualche modo ad un tema che se non è di oggi sarà di domani mattina o di dopodomani. Bisogna prevenire queste eventuali possibili richieste, alla luce anche di questa sentenza del TAR, per far sì che, qualora vi fosse una richiesta, venisse considerata non solo in funzione delle attuali leggi vigenti, igieniche ed edilizie, ma anche cercando di mettere dei paletti fondamentali su quella che è la reale presenza di comunità non solo di religione mussulmana, ma anche di altre religioni che potrebbero chiedere degli spazi. La reale presenza e la reale capacità di interloquire con l’Amministrazione e, soprattutto, devono essere associazioni riconosciute dallo Stato italiano tramite delle convenzioni, come sta già accadendo, ad esempio, nella città di Milano. Il nocciolo della questione era quello di capire che cosa è successo e perché il TAR non ci ha dato ragione sulla denuncia che era stata fatta dall’Amministrazione.

Risponde il Sindaco:

Rispetto alla vicenda dell’annullamento da parte del TAR dell’ordinanza del Comune rispetto all’edificio di Viale Matteotti, il Comune aveva provveduto a due ordinanze in merito all’occupazione di due stabili, uno in Viale Matteotti e uno in Viale Frisia da parte di due associazioni, un’associazione culturale che ha avviato un percorso di riconoscimento, sostanzialmente si è costituta in associazione formalmente, presentato lo Statuto, avviato un percorso di riconoscimento, che è stato quella che era la sua situazione e un’altra, invece, che non ha avviato invece nessun percorso in qualche modo di regolarizzazione della propria situazione. L’ordinanza che è stata annullata, era una ordinanza che prevedeva sostanzialmente una sanzione rispetto ad un mancato cambio di destinazione di uso, perché quello veniva sostanzialmente utilizzato come luogo di culto e non come attività produttiva, quindi si chiedeva in qualche modo di sanare un errato utilizzo di una struttura, oppure di consegnare, riportare l’edificio nelle condizioni presistenti. In realtà il TAR in quella sentenza ha annullato l’ordinanza, dicendo di fatto che, gli elementi portati all’interno dell’ordinanza, gli elementi portati non suffragavano sufficientemente il fatto che quella struttura fosse usata come luogo di culto e quindi di fatto ha annullato l’ordinanza e ovviamente i provvedimenti seguenti. A seguito di questa ordinanza, l’altra associazione, che poi non è un’associazione, ha impugnato e fatto ricorso sull’ordinanza di Via Matteotti, a questo ricorso ovviamente noi ci stiamo contrapponendo, abbiamo dato un incarico, perché a questo punto diventa anche simbolico di fatto questa risposta del TAR, sul fatto che non ci fossero abbastanza elementi per presupporre che lì ci fosse un luogo di culto. Noi rifaremo adesso di nuovo una ordinanza rispetto al fatto che sono state fatte delle opere abusive e sull’altra stiamo invece facendo un ricorso rispetto a quello fatto dall’Associazione di Osama, per contrastare di fatto il ricorso alla nostra ordinanza. Sono due situazioni diverse quella di Via Frisia e quella di Via Matteotti, l’associazione di Via Frisia si è costituita regolarmente, ha avviato uno Statuto, partecipa anche a dei progetti sul territorio con alcune realtà del volontariato della nostra zona, ha preso assolutamente nei distanze nei confronti invece dell’Associazione di Usama El Santawy rispetto alle dichiarazioni che ha fatto, ha preso le distanze rispetto alla comunicazioni che Usama El Santawy ha fatto a seguito della sentenza del TAR e si rende tuttora disponibile a legalizzare il proprio percorso. Sull’associazione invece di Viale Matteotti, la situazione è un pochettino più complicata, perché le posizioni prese da questa associazione, che non è un’associazione, sono in realtà meno accettabili e meno sostenibili.

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