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n. 296 09.12.2014

BERLINO GIUSEPPE

Vista la presenza del Sindaco comincio con una questione che in questi ultimi giorni, in questa ultima settimana ha tenuto banco nella nostra città, ma non solo, ha avuto risonanza anche a livello mediatico nazionale. Mi riferisco alla vicenda legata alle emergenze abitative, al fatto che alcune famiglie hanno occupato illegittimamente un edificio pubblico della nostra città. Devo dire che, probabilmente, da quello che ho potuto notare, sono uno dei pochi, se non forse l’unico, che pur non appartenendo a questa maggioranza, ha apprezzato un intervento tempestivo del Sindaco su questa vicenda. L’ho fatto alla luce anche della motivazione che non più tardi di qualche giorno prima noi avevamo incontrato queste famiglie in quest’aula, dimostrando una certa attenzione che il Consiglio comunale, e in quel caso la Commissione, avevano avuto nei confronti di questi cittadini. Quindi, poco mi è piaciuta la scelta di andare ad occupare un edificio pubblico.
Diciamo che, probabilmente, fossi stato al posto del Sindaco non avrei poi assunto negli stessi giorni quella decisione così immediata di togliere la corrente piuttosto che il riscaldamento, anche perché non ritengo che qualche giorno in questa situazione avrebbe pesato sulle tasche della nostra Amministrazione in maniera così eccessiva. Devo dire, però, che questo atteggiamento credo abbia pagato, perché mi pare che proprio nella giornata di oggi queste famiglie abbiano lasciato di loro spontanea volontà l’edificio. Questo mi fa pensare anche che soluzioni alternative forse le avevano e, probabilmente, come qualcuno sosteneva, non erano poi tutte quante le famiglie interessate ad avere esigenze così restringenti di sfratti o quant’altro.

Risponde il Sindaco:

Rispondo ad alcune interrogazioni rispetto alla occupazione di una struttura pubblica da parte non solo di famiglie, ma anche da parte di un comitato locale, Casa e Territorio, e da parte di una organizzazione sindacale, Unione Inquilini. Nel senso che l’occupazione della struttura, funzionante, attiva, con servizi all’interno che sono stati interrotti, è stata non solo opera di famiglie in qualche modo in difficoltà abitativa, ma ha avuto anche altri protagonisti. Credo sia stato detto di tutto e di più su questa occupazione. Credo anche sia ormai chiaro che non tutte, anzi poche, famiglie che erano all’interno della struttura fossero in una reale situazione di mancanza di casa. Oggi c’è stata la Commissione che ha approvato ad unanimità le cinque assegnazioni che erano previste, secondo quelli che sono i criteri di priorità che la Comissione si era data in precedenza. Di fatto ha normalmente applicato quelle che sono le modalità di assegnazione delle case in emergenza abitativa.
L’occupazione si è sciolta in qualche modo spontaneamente, io credo anche a fronte del fatto che con alcuni rappresentanti delle famiglie ci siano stati alcuni incontri e le singole situazioni verranno valutate in base a quelli che sono gli strumenti in mano all’Amministrazione. Questa è stata una occupazione abusiva simbolica, anche un po’ strumentalizzata politicamente, in qualche modo dobbiamo dircelo, perché non erano solo le famiglie ad avere attivato questo percorso. Questa occupazione di fatto si è conclusa, le famiglie che erano nelle condizioni di poterlo fare hanno intrapreso un percorso con l’Amministrazione comunale, quelle che non erano in una situazione di emergenza abitativa immagino siano tornate normalmente alle loro abitazioni.
Perché sono stati tolti la luce e il gas? Sono stati tolti, banalmente ma non troppo, per una questione di sicurezza. Quella era una struttura attiva, quindi con gas funzionante e all’interno ancora una cucina. Essendo in modo particolare il dirigente del patrimonio ed io responsabili, anche dal punto di vista penale, di qualsiasi cosa fosse successa lì dentro, non sapendo chi ci fosse e che uso ne facesse, abbiamo ritenuto di dover chiudere il gas. Questo ha prodotto di fatto l’utilizzo di stufette elettriche e di altri strumenti ancora più pericolosi per la sicurezza della struttura. Quindi, sempre per una questione di sicurezza, si è ritenuto di dover sospendere l’energia elettrica. Se fosse successo qualcosa all’interno della struttura, visto che c’erano anche minori presenti, la situazione si sarebbe ulteriormente aggravata.

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