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Jacopo Lombardini, un maestro di libertà

domenica 28 Gennaio 2018
spettacolo teatrale
16:00 Il Pertini . piano -1 . auditorium

In occasione dei 500 anni di Riforma Protestante, dei 50 anni del Centro Culturale Lombardini e del Giorno della Memoria 2018.

JACOPO LOMBARDINI, UN MAESTRO DI LIBERTÀ

Recital di e con Maura Bertin e Jean Louis Sappè
del Gruppo Teatro Angrogna

Domenica 28 gennaio 2018 - ore 16

Centro culturale Il Pertini - Auditorium - piazza Confalonieri 3 - Cinisello Balsamo


Presenta Giorgio Bleynat, già membro del Centro culturale Jacopo Lombardini;

interviene Emilio Florio, docente di Storia e Filosofia;

saluti di:
Leo Visco Gilardi, presidente ANED (Associazione Nazionale ex Deportati nei campi nazisti) Milano e
Gabriella Milanese, vicepresidente ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) Cinisello Balsamo.

INGRESSO LIBERO
A cura di: Centro Culturale Lombardini e Centro Culturale Protestante Milano.
Coordinamento: Centro Documentazione Storica.
In collaborazione con: Culturalmondo
Con l’adesione di ANED e ANPI.

Si ringrazia:
Amici del Pertini e di Villa Ghirlanda.

Il prossimo incontro promosso per i 500 anni di Riforma Protestante e i 50 anni del Centro Culturale Lombardini:
- 1968: a Cinisello Balsamo nascono la comune e la scuola popolare
Sabato 3 marzo 2018 - ore 16 - Centro culturale Il Pertini - Auditorium - piazza Confalonieri 3.

Biografia di Jacopo Lombardini

Il 24 aprile 1945, un uomo alto e magro entrava nella camera a gas del Lager di Mauthausen: era Jacopo Lombardini; con lui c’erano dei giovani partigiani, degli ebrei, altri deportati, le ultime vittime del nazismo che varcavano la tragica soglia nel cuore dell’Austria annessa alla Germania.

Dietro di lui c’era una lunga storia: figlio di minatori delle Alpi Apuane, Lombardini aveva faticosamente ottenuto la licenza magistrale, ma non aveva potuto insegnare che per pochi anni: antifascista convinto, era stato picchiato, deriso, allontanato da ogni regolare posto di lavoro.

Negli anni peggiori della persecuzione fascista, aveva trovato la fede in Dio, attraverso la predicazione di un piccolo gruppo evangelico, ed era divenuto egli stesso predicatore volontario.

Dopo aver vissuto di stenti durante il regime fascista, all’inizio della seconda guerra mondiale, aveva finalmente trovato un lavoro in Piemonte, tra i Valdesi. Quando nel 1943 iniziò la Resistenza, quest’uomo di 53 anni scelse di partecipare alla lotta insieme ai montanari valdesi, insieme ai giovani a cui aveva pazientemente spiegato per anni la falsità della menzogna fascista: quei giovani, quei montanari lo accettarono volentieri come compagno di lotta ed anche come predicatore evangelico.

Lombardini non impugnò mai le armi e si prodigò per far nascere l’organizzazione del Partito d‘Azione e le prime formazioni di Giustizia e Libertà. Fu commissario (nome di battaglia Professore) della V Divisione Alpina Sergio Toia. Catturato dai nazifascisti il 24 aprile 1944 a Bobbio Pellice (To), durante un rastrellamento in Val Germanasca, venne deportato a Mauthausen, dove morì il 24 aprile 1945.

Fu insignito della Medaglia d’argento al valor militare con la seguente motivazione: “Uomo di cultura e patriota di sicura fede fu, subito dopo l’armistizio, animatore infaticabile della lotta di liberazione in Val Pellice e in Val Germanasca, conosciuto ed amato dai giovani che andava ammaestrando nella fede alla Libertà ed alla Patria. Caduto in mani tedesche nel corso di un duro rastrellamento e crudelmente seviziato, manteneva contegno elevato ed esemplare affrontando sempre con cristiana serenità il duro calvario dei campi di concentramento. Barbaramente suppliziato chiudeva l’esistenza nel servizio dei più nobili ideali.”

Jacopo Lombardini non era un eroe. Era solo un credente che aveva voluto vivere la sua vita in modo coerente: quindi mediante un impegno pieno nella realtà umana, sociale e politica.

Il fascismo non gli aveva permesso di insegnare nelle scuole statali, ma era stato egualmente un maestro. Perciò il suo nome è stato ripreso nel 1968 dal gruppo di intellettuali e di tecnici (in particolare dal pastore Giorgio Bouchard che lo aveva conosciuto personalmente) che desideravano esprimere concretamente la loro solidarietà con la classe lavoratrice: insegnamento e partecipazione, antifascismo e passione politica, predicazione e testimonianza; su questi tre elementi si è fondata la storia del Centro Culturale Jacopo Lombardini.

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Manifesto
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