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Tavolo povertà: la solidarietà in città

Nel 2013 l’Amministrazione Comunale avvia il Tavolo Povertà avvalendosi, attraverso la sottoscrizione di un Protocollo di Intesa e di successivi Protocolli Operativi, della partecipazione attiva di numerose realtà del Terzo Settore tutt’oggi attive, al fine di ottimizzare le risorse di aiuto già presenti sul territorio, monitorandole attraverso la creazione di un sistema informatico di raccolta dati condiviso.

Nel secondo semestre 2020, anche a seguito dell’emergenza sanitaria e dell’impatto sulle persone e sui servizi, i rappresentanti del Tavolo Povertà, forti dell’esperienza e delle azioni messe in campo durante questi anni, hanno ritenuto necessario dedicare uno spazio di analisi dei nuovi bisogni e della capacità di resilienza che i servizi, pubblici e del privato sociale, hanno messo in campo durante il lockdown convinti che le fatiche di questo periodo possano aprire a nuove opportunità di cambiamento.

Da chi è composto:
Attualmente fanno parte della partnership: Amministrazione Comunale; Anffas NordMilano; Anteas; Associazione Banco Alimentare della Lombardia “Danilo Fossati Onlus; Associazione Marse; AUSER; Azienda Multiservizi Farmacie; Banco Alimentare Paolo Galbiati; Caritas Decanale di Cinisello Balsamo; Centro Aiuto alla Vita; Cooperativa Il Torpedone; Cooperativa La Cordata; Cooperativa progetto e Integrazione; Corpo Volontari Protezione Civile;Croce Rosa Italiana-Comitato Locale di Cinisello Balsamo; Equipe Sociale Decanato Cinisello Balsamo; Fondazione Auprema; Fondazione CUMSE; gruppi di Volontariato Vincenziano-AIC Italia; Officina di Enrico; Consorzio il Sole-Poliambulatorio; cooperativa Stripes; Cooperativa sociale Prima; Associazione XSQUI; Fondazione per la Famiglia Edith Stein; Cooperativa Lotta Contro l’Emarginazione.

Aderiscono inoltre Fondazione Comunitaria Nord Milano e CSV Milano in una logica di raccordo e opportunità di confronto con dinamiche, esperienze, soggetti, progetti, risorse di area vasta.

Come funziona:
L’Amministrazione Comunale, attraverso il Servizio “Centralità della Persona” afferente al Settore Socioeducativo e Risorse Umane, coordina il tavolo, convoca gli incontri e ne redige i verbali, facilita i gruppi di lavoro, stende gli atti ufficiali, raccoglie le rendicontazioni dei singoli progetti e governa la comunicazione. Di norma il piano di governo che gestisce i processi di definizione e programmazione strategica si riunisce con cadenza mensile, in parallelo anche il piano operativo per la definizione puntuale di obiettivi e azioni progettuali su aree tematiche specifiche, si riunisce mensilmente.

Obiettivi strategici:

1. Promuovere la coesione sociale – oggi più che mai si assiste a sentimenti di solitudine che aumentano lo stato di vulnerabilità colpendo anche fasce di popolazione che per la prima volta si trovano a vivere questa situazione. Famiglie e persone che paradossalmente potrebbero risultare più fragili rispetto a coloro che vivono in condizioni di fragilità cronica perché non sanno a chi rivolgersi per chiedere aiuto. Quindi è necessario ricostruire relazioni di fiducia per ricompattare le organizzazioni del territorio, i quartieri e i cittadini (relazioni di buon vicinato) ingaggiando anche i singoli beneficiari in percorsi di coinvolgimento e responsabilità civile. In altre parole rimettendo al centro i VALORI e il BENESSERE di una comunità.
2. Diminuire le disuguaglianze sociali – è necessario che gli stakeholder locali si interroghino per individuare interventi innovati e creativi in grado di sviluppare modelli differenti per offrire aiuto e per costruire spazi di incontri.
3. Costruire relazioni con il mondo del lavoro – l’analisi odierna sulla fragilità e sul rischio di esclusione sociale è strettamente connessa all’accesso o meno al mercato del lavoro, quindi risulta prioritario concentrare il lavoro sulla costruzione di un sistema che metta insieme le opportunità e le competenze per definire una strategia condivisa delle politiche attive del lavoro che si interfacci con le singole persone e con i servizi territoriali.
4. Definire la filiera dei Servizi Abitativi – riprendendo l’esistente per sviluppare ed implementare i livelli di risposta abitativa che insieme ai processi di accompagnamento risultino strumenti efficaci a rispondere ai diversi bisogni espressi dai cittadini.
5. Promuovere e sostenere le forme che i cittadini esprimono attraverso le donazioni – partendo dalle organizzazioni che sono chiamate a riflettere su come incrociare la domanda, come accompagnarla, come curarla, coinvolgendo la cittadinanza su precise e chiare cause, adottando quindi il modello del “Volontariato occasionale civico”.

Data ultima modifica: 13 agosto 2021
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