BARCAGLIA DONATO

Nato a Pavia il 10 gennaio 1849. Suo padre, un modesto impiegato governativo, carico di numerosa prole, sostiene il figlio prima negli studi letterari, poi in quelli artistici. Barcaglia si iscrive all’Accademia di Brera frequentando i corsi di disegno e di nudo; suo maestro di scultura è Abbondio Sangiorgio.

Si afferma negli anni Sessanta dell’Ottocento come ritrattista per dedicarsi nel decennio seguente alla scultura di genere con la quale ottiene importanti riconoscimenti.

Già in giovane età, appena diciassettenne, il successo gli arride. La sua prima opera, Il vendemmiatore, viene infatti acquistata dalla Società di Belle Arti nel 1866 e, per volere del principe Umberto, è collocata nel Palazzo Reale di Milano.
Celebre a venticinque anni, a trenta già ricco, dirige un nutrito atelier dal quale partono infinite repliche delle sue opere verso tutte le parti del mondo. Elegantissimo, frequentatore del gran mondo, uomo pubblico presente in tutte le commissioni, si serve della sua facilità tecnica, della sua inventiva e del suo colpo d’occhio per una serie di opere, specie busti, in cui si uniformava, con finezza se non con profondità, al gusto del momento.

La sua produzione scultorea, per lo più in marmo e d’impronta classicista, ma attenta al dominante gusto verista, comprende, oltre ai busti di personalità dell’epoca, monumenti funerari (alcuni dei quali al cimitero Monumentale di Milano) e celebrativi, come quello ai Caduti di Paderno Dugnano e l’Ossario della battaglia di Melegnano.

La sua carriera è un susseguirsi di riconoscimenti; viene premiato alla Mostra Internazionale di Vienna del 1873 per la scultura Bolla di sapone, ottiene la Medaglia d’Oro all’Esposizione fiorentina del 1875 con l’Amore acceca ed è infine nominato Grande Ufficiale della Corona d’Italia e Cavaliere della Legione d’onore.

Muore a Roma nel 1930.

Produzione artistica

Il gruppo allegorico Donna che trattiene il tempo del 1875 (oggi conservato al Museo Revoltella di Trieste) viene premiato alla Mostra di Filadelfia del 1876. E’ in seguito presentato alla IX Esposizione della Società di Belle Arti di Trieste con il titolo La Vita che tenta di arrestare il Tempo. L’imponente lavoro ha una forte risonanza; L’Italia Artistica di Firenze, dandone notizia nel numero del 18 dicembre 1875, definisce l’opera, che intitola La Giovinezza che tenta di arrestare il Tempo: "mirabilmente riuscita".
Nella produzione complessiva di questo scultore fecondissimo, che opera di preferenza con il marmo, il gruppo triestino, che si aggiunge ad altri due lavori posseduti dal Museo, La vergognosa e La preghiera, occupa un posto di tutto rilievo, rappresentando uno dei vertici toccati dall’artista per l’efficace schema compositivo.

Con la scultura L’atleta Barcaglia partecipa all’Esposizione Internazionale di Pietroburgo del 1902, ottenendo la Medaglia d’Oro. Il successo suscitato dall’opera pare avesse indotto l’artista a realizzare alcune versioni destinate al mercato e, pertanto, rimpicciolite per adattarle agli spazi delle dimore borghesi.
Barcaglia, che esordisce lavorando nell’ambito del verismo decorativo della scultura di genere, dopo il 1900 giunge a un classicismo sobrio e non scevro da reminiscenze michelangiolesche che accomuna la sua ricerca a quella di altri scultori della sua stessa estrazione culturale, come il milanese Achille Alberti.
La riflessione sul plasticismo del nudo maschile che anima L’atleta è alla base di un’altra opera di Barcaglia dello stesso periodo, ma assai più complessa: il gruppo scultoreo compiuto nel 1904 per l’Ossario di Melegnano.

Il Monumento Ossario, che racchiude le spoglie dei soldati francesi e austriaci caduti nella battaglia di Melegnano dell’8 giugno 1859, viene inaugurato il 19 giugno 1904 alla presenza di sua altezza reale Tommaso Alberto Vittorio, principe di Savoia e duca di Genova, che è per l’occasione presidente del Comitato d’Onore. Del Comitato fanno parte autorità italiane, austriache e francesi, tra cui De-Urményl, il console d’Austria-Ungheria a Milano e Lanes, il comandante del 2° Corpo d’Armata ad Amiens, un ufficiale reduce della campagna del 1859.
Dopo che le trentatré casse con i resti dei caduti sono rinchiuse nell’Ossario, prende la parola l’avvocato Valvassori Peroni che illustra ai presenti le origini della costruzione eseguita dallo scultore Donato Barcaglia su disegni eseguiti da Romeo Rivetta, per poi procedere all’inaugurazione del monumento.
Nel corso della cerimonia il generale Lanes insignisce l’avvocato Valvassori Peroni e lo scultore Barcaglia della Croce della Legion d’Onore.
La cerimonia termina con cortei con fiaccole e palloncini verdi, rossi, bianchi e blu, mentre l’opera del Barcaglia viene illuminata a giorno da riflettori elettrici, candele al magnesio e bengala.

A Cinisello Balsamo, nell’atrio del Palazzo comunale di piazza Confalonieri 5, è collocata una lapide con l’effigie di Natale Confalonieri, opera di Donato Barcaglia.



GALLERIA FOTOGRAFICA

Donna che trattiene il tempo, 1875, Museo Revoltella, Trieste

Monumento a Vittorio Emanuele II, lungolago a Verbania-Intra, inaugurato il 6 novembre 1887

Monumento a Vittorio Emanuele II, particolare

L’atleta, 1902

Cartolina d’epoca che raffigura il Monumento Ossario di Melegnano, inaugurato il 19 giugno 1904

Monumento Ossario di Melegnano, particolare

Lapide a Giuseppe Piolti de Bianchi, 1905, cortile del Castello Sforzesco, Milano

Gruppo scultoreo Amore che acceca