ORGANIZZAZIONI ITALIANE IMPEGNATE IN AZIONI DI "INTELLIGENCE" DOPO L’8 SETTEMBRE 1943

Per combattere contro i nazisti e i fascisti, dall’Armistizio dell’8 settembre 1943 fino alla primavera del 1944 fiorirono molte iniziative autonome italiane di intelligence: l’O.R.I. (Organizzazione Resistenza Italiana), il Gruppo Montezemolo, la Rete Zucca, l’Organizzazione Otto e così via, collegate ai servizi segreti alleati che lavoravano con le proprie missioni, ma contemporaneamente si avvalevano della collaborazione degli italiani.

Da quel momento iniziò una seconda fase, che abbracciò il periodo da aprile a dicembre del 1944 e che vide il moltiplicarsi di iniziative indipendenti di intelligence e di missioni alleate, ma nello stesso tempo vide stabilirsi una più stretta collaborazione fra il Comando alleato e la Resistenza al Nord. Sempre in questa fase prese corpo il servizio informazioni del C.V.L. (Corpo Volontari della Libertà) che, in breve tempo, diventò la maggiore e più autorevole (anche agli occhi degli Alleati) centrale di intelligence nel territorio occupato.

La terza fase andò dal gennaio 1945 alla fine della guerra. L’organizzazione del Servizio I del C.V.L. raggiunse un tale livello di efficienza che il Comando alleato lo considerò ormai il suo più fidato periscopio in territorio nemico.

Gli anglo-americani non volevano un esercito partigiano in Italia. Non lo volevano sia per ragioni politiche, perché temevano che vi prevalessero le tendenze di sinistra, che per ragioni militari, perché ritenevano troppo oneroso rifornirlo. Essi chiedevano alla Resistenza italiana solo un buon servizio di informazioni, perché costava poco e, nel quadro generale delle operazioni, secondo il loro giudizio era preferibile a più di cento scaramucce di guerriglia. La Resistenza italiana diede l’una e l’altra cosa: l’esercito e l’intelligence. Ferruccio Parri sapeva che il riscatto del nostro Paese dalle colpe del fascismo sarebbe scaturito soltanto dalla lotta di tutto il popolo, cioè da un grande movimento armato; ma pur comprendendo le esigenze degli Alleati, mentre prendeva corpo l’armata partigiana si affrettò a organizzare il servizio di informazioni. L’intelligence della Resistenza fu multiforme, non priva di contraddizioni e di approssimazione, ma diede un grande contributo che gli Alleati riconobbero.

Dopo l’8 settembre, quando militari italiani di tutti i gradi si presentarono per essere impiegati al Nord, gli Alleati si trovarono di fronte uomini quasi sempre ben decisi a combattere e rischiare, ma non addestrati a svolgere i compiti per i quali si offrivano.

Il militare italiano destinato a operare oltre le linee al Nord seguiva dei corsi e imparava nozioni che si supponevano utili a chi doveva agire in territorio nemico, con compiti che erano prevalentemente di informazione e sabotaggio.

I canali attraverso i quali, nell’Italia liberata, volontari italiani per missioni di intelligence venivano reclutati erano due: l’O.R.I. e il vecchio S.I.M. (Servizio Informazioni Militari). Intanto anche al Nord nascevano spontaneamente gruppi di intelligence che solo in seguito avrebbero avuto rapporti diretti o indiretti con gli Alleati.
L’O.R.I. fu certamente uno dei primi e più efficienti tramiti tra i volontari e i servizi anglo-americani. L’organizzazione era stata fondata da un gruppo del quale facevano parte anche Raimondo Craveri, Guido De Ruggiero, Ottorino Maiga e Tullio Lussi. L’organizzazione piacque agli americani, ma non altrettanto agli inglesi. Questi ultimi puntavano sulle superstiti strutture del regio esercito.

L’attivissimo trait d’union fra l’O.R.I. e l’O.S.S. (Office of Strategic Services)* fu un giornalista americano, Peter Tompkins, che si trovava a Napoli fin dai tempi dell’occupazione tedesca.
Dai contatti fra O.R.I. e O.S.S. furono accuratamente esclusi il Secret Service britannico e il suo braccio secolare, la Special Force Number 1.
Quanto all’altro canale, il S.I.M., la logica avrebbe voluto che fosse uno dei primi organismi a scomparire dopo la caduta di Mussolini, perché durante il regime non si era limitato a svolgere i normali compiti istituzionali, ma si era adattato a una lunga e vergognosa complicità con il fascismo, culminata con l’assassinio dei fratelli Carlo e Nello Rosselli. Invece il S.I.M. sopravvisse al 25 luglio e anche all’8 settembre, mettendosi al servizio degli Alleati. Gli inglesi chiusero tutti e due gli occhi e accettarono la collaborazione; gli americani, a quanto risulta, non lo fecero.

Dopo il reclutamento, per i volontari iniziava subito la fase dell’addestramento; un training elaborato dallo Stato Maggiore britannico e adottato dagli americani. I corsi erano organizzati dalla Special Force Number 1 ed erano di: paracadutismo, canottaggio, sabotaggio semplice e sabotaggio per compiti speciali; mentre per organizzatori e istruttori: ricezione aviolanci, antisabotaggio, pilotaggio aerei, radiotelegrafia.
Si insegnavano particolari discipline, come cross combat (difesa personale senza armi, una specie di judo), tiro (specialmente con la pistola), armi leggere, topografia, sabotaggio, spionaggio.

Il gruppo degli italiani trascorse le settimane dell’addestramento in una specie di complesso residenziale formato da villette, cintato e sorvegliato da un piccolo presidio di soldati americani.
La mensa era comune e l’istruzione si svolgeva sempre con lo stesso schema: al mattino lezioni teoriche e pratiche, al pomeriggio esercitazioni di sabotaggio e marce di orientamento.
Finito questo primo corso vennero trasferiti a Ostuni in Puglia, dove si svolgeva la seconda parte dell’istruzione: corsi di cifratura e decriptazione. Quelli destinati a diventare operatori radiotelegrafici (come Leandro Galbusera di Cinisello Balsamo) seguivano un apposito corso.
Infine, da Ostuni gli allievi partirono per l’ultima fase di addestramento, il corso di paracadutismo, che per alcuni si svolse a San Vito dei Normanni e per altri in Algeria.

*L’Office of Strategic Services (O.S.S.) era un servizio segreto statunitense operante nel periodo della seconda guerra mondiale. Fu il precursore della Central Intelligence Agency (C.I.A.). Venne istituito nel giugno 1942 per coordinare la gestione della raccolta di intelligence militare a livello centrale. Il presidente Harry S. Truman lo sciolse il 20 settembre 1945.



GALLERIA FOTOGRAFICA

Apparato ricetrasmittente di fabbricazione italiana

Dichiarazione di fedeltà agli Alleati fatta firmare all’atto del rilascio dalla prigionia

Ottorino Maiga

Enzo Boeri

Peter Tompkins

Mario Argenton del Comando generale del C.V.L.

Alla fine della guerra Ferruccio Parri viene premiato dal generale Mark Wayne Clark