SALA FERNANDO

Nacque il 20 maggio 1927 a Cinisello da Mario Sala e Maria Clerici. Celibe, svolgeva la professione di operaio e abitava in via Campo Littorio 1/A (oggi via XXV Aprile).

Morì in combattimento l’8 ottobre 1944 in Valsassina, in zona di Premana, presso l’alpeggio di Casarsa.

Dalla Commissione Riconoscimento Qualifiche Partigiane Lombardia gli fu riconosciuto un periodo di quattro mesi e otto giorni come partigiano della 119^ Brigata Garibaldi S.A.P. Quintino di Vona e della 55^ Brigata Garibaldi d’Assalto Fratelli Rosselli.*

L’Amministrazione comunale gli intitolò una via cittadina.

Il suo nome compare sulla lapide Ai martiri della Resistenza e della deportazione sita nell’atrio del Palazzo comunale in piazza Confalonieri 5.

PER APPROFONDIRE

Nell’estate del 1944 in Valsassina la speranza era quella della fine della guerra prevista per settembre, ma agli inizi di ottobre ogni ipotesi di tale conclusione scomparirà nel nulla. Fu il colonnello Bernardi della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana), con l’ordine del giorno del 5 ottobre 1944, a dissipare ogni illusione di una vittoria vicina.** I comandi di Lecco avevano dato ordine di prepararsi a scendere a valle per l’insurrezione prevista a giorni, quando il rastrellamento nazi-fascista colse tutti di sorpresa. L’avanzata alleata si era fermata e questo aveva dato la possibilità a fascisti e tedeschi di organizzare un massiccio rastrellamento. Si trattò della più grande operazione di guerra antipartigiana messa in atto nella zona allo scopo di distruggere le formazioni partigiane e di incutere terrore nella popolazione, cercando di rendere evidente l’equazione "partigiano uguale baita distrutta e deportazione". Si mossero forze consistenti di SS tedesche (Schutzstaffeln - reparti di difesa), SS italiane e G.N.R.

I primi scontri avvennero nella zona di Introbio-Barzio-Biandino. Il diario di Sam (nome di battaglia di Franco Manzotti di Casatenovo) segue l’andamento del rastrellamento giorno per giorno (vedi allegato).

I primi a essere catturati furono due disertori tedeschi aggregati alle formazioni partigiane che erano scesi da Biandino per prendere informazioni. Forse i primi morti del rastrellamento furono proprio loro, dato che scomparvero nel nulla.

L’8 ottobre 1944, nella zona di Premana, precisamente presso l’alpeggio di Casarsa, in uno scontro con i fascisti caddero quattro partigiani:
- Guglielmo Pennati nato a Casatenovo (Lecco) il 23 marzo 1923, Distaccamento Carlo Marx della 55^ Brigata Garibaldi d’Assalto Fratelli Rosselli,
- Fernando Sala nato a Cinisello il 20 maggio 1927,
- Mario Cereda (nome di battaglia Marino) nato a Rivolta d’Adda (Cremona) il 18 maggio 1922. Arruolato nella R.S.I. (Repubblica Sociale Italiana), a maggio del 1944 fuggì recandosi a Introbio dove trovò il contatto con il dottor Piero Magni,
- del quarto partigiano non si conosce il nome.
Nello stesso scontro venne ferito un altro partigiano, Marco Sala.

Nei giorni che seguirono in tutta la Valsassina proseguirono le azioni di guerra, le fucilazioni, gli arresti e le deportazioni.

A Sueglio Vestreno e Introzzo, oltre ai pesanti rastrellamenti, furono inviati in zona falsi partigiani, una pratica utilizzata per creare instabilità nella popolazione che davanti a una situazione confusa non sapeva come comportarsi. La vendetta partigiana per i molti morti e rastrellati si concretizzò brutalmente con efferate uccisioni, tanto che il Comando delle Brigate Garibaldi intervenne con una relazione che non lasciava dubbi sulle responsabilità di alcuni partigiani.

Il rastrellamento aveva distrutto ogni collegamento tra le formazioni, il Comando Divisione era separato dalle Brigate che a loro volta non avevano mai completa conoscenza dei movimenti dei vari Distaccamenti. Nelle operazioni vennero allo scoperto tutti i limiti delle formazioni di montagna e lo scontro militare finirà a favore di fascisti e nazisti.

La 55^ Brigata d’Assalto Fratelli Rosselli si sbandò e parte di essa espatriò in Svizzera, la 86^ Brigata Giorgio Issel, in Val Taleggio, si dividerà tra favorevoli e contrari all’accordo con i tedeschi, la 89^ Brigata Gianni e Giuseppe Poletti, nelle Valli di Mandello del Lario, si scioglierà. Resteranno alcuni sparuti gruppi che sopravviveranno all’inverno grazie all’appoggio della popolazione, questo permetterà di continuare la guerriglia. I tedeschi, inizialmente convinti che la montagna fosse stata abbandonata dai ribelli, si accorsero successivamente che alcuni uomini erano rimasti nascosti. Durante l’inverno proseguiranno gli scontri con conseguenti arresti e deportazioni.

*La 55^ Brigata Garibaldi d’Assalto Fratelli Rosselli operò nella Valsassina (Val Biandino, Val Gerola, Legnone) e nella Bassa Valtellina.
Nacque ufficialmente il 27 luglio del 1944; il 2 settembre dello stesso anno fu costituito il Raggruppamento Divisioni d’Assalto Garibaldine Lombarde, come si deduce dall’ordine del giorno n.1 del 05/09/44:
"Il 2 settembre 1944, in Biandino, casa Pio X, alla presenza di Fabio (n.d.r. Pietro Vergani), delegato del Comando Regionale Lombardo del C.V.L. e Comandante delle Brigate d’Assalto Garibaldine per la Lombardia, i Comandi e i Delegati plenipotenziari delle formazioni patriottiche operanti nel territorio della provincia di Como e di Sondrio e nel nord-ovest della Bergamasca, resisi conto della necessità di unificare la direzione della guerra di Liberazione Nazionale nelle loro zone operative, superando il vecchio concetto della suddivisione territoriale delle forze, non senza aver raccolto i frutti e le esperienze, hanno deciso di costituire un Comando Raggruppamento Divisioni d’Assalto Garibaldine Lombarde comprendenti le seguenti unità:
1°) 40^ Brigata d’Assalto Garibaldina Giacomo Matteotti
2°) 52^ Brigata d’Assalto Garibaldina Luigi Clerici
3°) 86^ Brigata d’Assalto Garibaldina Giorgio Issel
4°) 55^ Brigata d’Assalto Garibaldina Fratelli Rosselli
5°) Brigata d’Assalto Garibaldina Bormio (costituita e da inquadrare)
6°) Formazione Patriottica Cacciatori delle Grigne (idem)
Le sei Brigate Garibaldine sopra elencate sono state raggruppate in due Divisioni Garibaldine:
1^ Divisione: comandante Diego - commissario politico Primo comprendente:
40^ Brigata - 52^ Brigata Bormio
2^ Divisione: comandante Al - commissario politico Giosuè comprendente:
86^ Brigata - 55^ Brigata - Brigata Grigne
Il Comando Raggruppamento Divisioni d’Assalto Garibaldine Lombarde è stato così costituito:
Comandante: Lario (col. Morandi)
Vicecomandante: Neri (Canali)
Commissario politico: Ario (M. Abbiezzi)
Vicecommissario politico : Rossi, Gafaggi (Tiberio Pansini)
Capo di S.M.: Pietro (Col. Pini)
Vicecapo di S.M.: Odo (U. Guzzi)"

Tale Raggruppamento aveva giurisdizione su tutta la provincia di Como, sulla Valle di Chiavenna, sulla Val Masino, sulla Valtellina fino a Tirano, sulla Val Gerola, sulla Val Tartano e sulla zona nord-ovest della Bergamasca. Le Divisioni d’Assalto Garibaldine lombarde sono in origine due e tali resteranno sino alle giornate insurrezionali. La 55^ Brigata Rosselli agirà nel territorio che va dai piani di Artavaggio (Lecco-Valsassina) fino al Monte Legnone e coprirà la parte della bassa Valtellina dalla Val Gerola fino a Colico. In seguito al grosso rastrellamento iniziato il 10 ottobre del 1944 la Divisione si frantumò fino a sconfinare in Svizzera dal passo della Teggiola in Val Codera il giorno 1 dicembre del 1944. Nella primavera del 1945 la Brigata si riformo con alcuni gruppi che si erano salvati dal rastrellamento.

**"Ordine del giorno del 5 ottobre 1944 della G.N.R., Comando Militare della Zona.
Avviso
A datare dalle ore 0 di oggi sino a nuovo ordine tutta la zona [...] è dichiarata zona di guerra e in essa vigerà la legge marziale di guerra.
Coprifuoco dalle ore 18.30 alle ore 6.30. Contro i trasgressori verrà fatto uso delle armi da fuoco [...]."

In Valsassina, a Esino Lario (Como), fu arrestato a luglio del 1944 un altro cittadino di Cinisello Balsamo, Giuseppe Meroni, che si era unito ai partigiani. Torturato, venne in seguito deportato. Alla fine della guerra rientrò in Italia.

Per leggere la storia della Resistenza in Valsassina: Gabriele Fontana (a cura), 1935-1945: Valsassina anni difficili. Caduti, dispersi, prigionieri, deportati, resistenti, Istituto di Storia Contemporanea Pier Amato Perretta Como, Memigraph, Introbio (Lc), 2011.

Vai alla scheda: "Ai partigiani caduti in Valsassina".

Vai alla scheda: "La storia nelle strade".

Il diario di Sam (nome di battaglia di Franco Manzotti)
I Distaccamenti della 55^ Brigata Garibaldi d’Assalto Fratelli Rosselli


GALLERIA FOTOGRAFICA

Fernando Sala

Cimitero di Cinisello

25 aprile 1946, primo anniversario della Liberazione, cimitero di Cinisello, i parenti di Fernando Sala portano fiori sulla sua tomba

La targa di via Fernando Sala

Via Fernando Sala

Guglielmo Pennati

Mario Cereda