VILLA SEVERINO

Nacque il 12 aprile 1899 a Cambiago (Milano) da Francesco Villa e Angela Mangiagalli. Era un uomo di bassa statura con i capelli neri e lisci. Residente a Cinisello Balsamo, era sposato con Ida Biffi e aveva due figli. Dapprima contadino, svolse in seguito la professione di gommista alla Pirelli.

Fu richiamato alle armi nel febbraio del 1917 nel corso della prima guerra mondiale.

Fu arrestato dai nazisti in fabbrica il 23 novembre del 1944 mentre era in corso uno sciopero; i nazisti, capeggiati dal capitano delle SS (Schutzstaffeln - reparti di difesa) Theo Saevecke, effettuarono centottantatre arresti. L’intervento della Direzione, peraltro minacciata di deportazione in blocco, valse a far rilasciare sedici operai. Centosessantasette lavoratori furono comunque deportati nei Lager nazisti.
Ricorda Pietro Lampugnani, anch’esso dipendente della Pirelli e deportato nei Lager: "Ci mettono lì da parte: volevano fucilarne quindici. Abbiamo poi saputo che era intervenuto in nostro aiuto il cardinale Schuster, così invece di fucilarci ci avrebbero portati in Germania a lavorare. Anche il Pirelli è intervenuto [...]. Ci hanno portati via così, con la nostra tuta da lavoro. Io avevo su ancora el me toni del laurà. Mi ricordo che c’erano state delle donne che lavoravano al magazzino che hanno portato degli impermeabili per coprirci".

Severino Villa venne rinchiuso nel carcere di San Vittore a Milano e il 26 novembre passò amministrativamente nel braccio tedesco dello stesso carcere.

Per lo stesso sciopero alla Pirelli furono arrestati anche: Natale Arienti, Luigi Arnaboldi, Venturino Brancaleoni, Enrico Galbiati, Dante Ghezzi, Alfredo Guazzoni, e Luigi Zanetti di Cinisello Balsamo.

Partirono con altri deportati dallo Scalo Farini di Milano il 28 novembre. Mentre il treno, che trasportava anche cannoni e carri armati, transitava in zona Rezzato (Brescia) ci fu un bombardamento. I nazisti lo fecero fermare per timore che fosse colpito; i deportati furono fatti scendere e vennero rinchiusi per due o tre giorni nel cortile di un fittavolo fascista. Furono in seguito trasferiti con dei camion fino a Trento da dove ripartirono su vagoni diretti al campo di smistamento e di rieducazione al lavoro di Reichenau (rione di Innsbruck - Austria), dove giunsero il 5 dicembre.

In data non nota Villa venne trasferito al campo di Berlin a Berlino (sottocampo di Sachsenhausen, situato nella zona di Sandhausen, oggi Sachsenhausen; località Oranienburg a 35 chilometri a nord di Berlino - Germania).

Morì il 29 aprile 1945 durante i combattimenti per la conquista di Berlino.

Fu inumato nel cimitero Jerusalemer Friedhof della città.

Dopo la Liberazione gli fu riconosciuta, per un periodo di cinque mesi e sette giorni, la qualifica di partigiano operante con il C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale) della Pirelli.

L’Amministrazione comunale gli intitolò una via cittadina.

Il suo nome compare:
- sulla lapide Ai martiri della Resistenza e della deportazione sita nell’atrio del Palazzo comunale in piazza Confalonieri 5;
- su uno dei masselli del monumento Al deportato sito all’interno del Parco Nord Milano a Sesto San Giovanni.

Vai alla scheda: "La storia nelle strade".

Foglio Matricolare 1
Foglio Matricolare 2
Foglio Matricolare 3
Foglio Matricolare 4
Documento della Pirelli sul quale viene indicato il licenziamento a seguito della deportazione e del decesso
Richiesta della moglie per un sussidio
Documento del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Servizio Internazionale di Ricerche


GALLERIA FOTOGRAFICA

Severino Villa

Cimitero di Balsamo

Targa di via Severino Villa

Via Severino Villa

Parco Nord, Monumento Al deportato, massello dove è inciso il nome di Severino Villa