VISIOLI ADDONE

Nacque il 9 marzo 1925 a Casalmaggiore (Cremona) da Mario Visioli e Romilda Allodi. Celibe, abitava a Cinisello Balsamo in via Roma 1, svolgeva la professione di tubista alla I Sezione della Breda.

La notte tra il 13 e il 14 marzo 1944 fu arrestato presso la sua abitazione per aver partecipato allo sciopero iniziato l’1 marzo 1944 e che per otto giorni aveva bloccato le più grandi fabbriche del Nord.

Qualcuno ricordava che la notte tra lunedì 13 e martedì 14 marzo del 1944 soffiava un forte vento. Ma il piccolo paese di Cinisello Balsamo non fu svegliato solo dal vento o dagli allarmi per i bombardamenti. Uno strano movimento di gente per strada in più punti dell’abitato mise tutti in allarme. Erano i militi fascisti che, accompagnati da una lettiga per mascherare le loro vere intenzioni, stavano arrestando alcuni operai delle fabbriche di Sesto San Giovanni che avevano scioperato. Li prelevarono dalle loro abitazioni uno dopo l’altro come in una tragica Via crucis. Furono arrestati: Angelica Belloni, Rosa Crovi, Maria Fugazza, Ines Gerosa, Riviero Limonta, Giovanni Ragazzo, Rodolfo Remigi, Giovanni Vergani, Tarcisio Vergani, Addone Visioli e Marcello Zaffoni.
La stessa tragica scena si ripetè due settimane dopo, la notte tra lunedì 27 e martedì 28 marzo, quando ancora tutti si stavano domandando dove fossero finiti quei poveri malcapitati. Quella fu la volta di: Attilio Barichella, Cesare Berna, Fedele Fumagalli, Giuseppe Galbiati, Carlo Limonta, Giovanni Paravisi e Angelo Tesser. Solo Aldo Beretta riuscì a fuggire dalla sua abitazione; verrà però arrestato il 22 ottobre in un locale pubblico e deportato come tutti gli altri. Molti di loro non tornarono, lasciando a casa vedove, orfani e genitori disperati.
A quei tempi Cinisello Balsamo contava poco più di tredicimila abitanti; tutti sapevano quello che era accaduto e tutti si conoscevano, per cui la notizia di quegli arresti ingiustificati fu per il paese un vero sconvolgimento.

Addone Visioli venne rinchiuso a Milano, prima a San Fedele e poi al carcere di San Vittore; in seguito fu condotto a Bergamo e incarcerato nella Caserma Umberto I.

Il 17 marzo venne caricato su vagoni piombati che partirono dalla stazione di Bergamo e giunsero a Mauthausen (Austria) il 20 marzo. Nel Lager gli fu assegnata la matricola 59197. Il 24 marzo fu trasferito a Gusen (Austria); il 16 aprile a Wien Schwechat; il 31 luglio a Haidfeld (sottocampi di Mauthausen). L’8 aprile 1945 tornò nel campo principale di Mauthausen.

Dopo la liberazione del campo, avvenuta il 5 maggio 1945, fu ricoverato presso l’O.A.A. (Ospedale Attendato Americano).

Rientrò in Italia il 2 luglio 1945.

Il suo nome compare su uno dei masselli del monumento Al deportato sito all’interno del Parco Nord Milano a Sesto San Giovanni.

I deportati che partirono su vagoni piombati dalla stazione di Bergamo verso i campi di concentramento sono ricordati, senza indicazione del nome, sulla lapide Ai lavoratori deportati a seguito degli scioperi del 1944 nell’Italia settentrionale sita nella stazione ferroviaria di Bergamo.

I deportati che furono rinchiusi a Mauthausen sono ricordati, senza indicazione del nome, sulle targhe del Lager di Mauthausen.

Dichiarazione della 108^ Brigata Garibaldi per richiedere il riconoscimento di partigiano, poi non concesso
Domanda di iscrizione all’A.N.E.D. (Associazione Nazionale ex Deportati Politici)
Documento del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Servizio Internazionale di Ricerche


GALLERIA FOTOGRAFICA

Parco Nord, Monumento Al deportato, massello dove è inciso il nome di Addone Visioli