DEPORTATI NON INCLUSI NELLE LAPIDI

AGOSTONI ENRICO

Nacque il 5 ottobre 1912 a Balsamo. Residente a Monza, svolgeva la professione di meccanico.

Arrestato il 21 ottobre 1943 a Monza, probabilmente per attività antifascista, fu rinchiuso nel carcere della città; il 25 ottobre venne trasferito a quello di San Vittore a Milano. Il 27 aprile 1944 fu condotto al campo di Fossoli (vicino a Carpi - Modena).

Il 21 giugno fu deportato a Mauthausen (Austria), dove giunse il 24 giugno. Erano così tanti i deportati quel giorno che lo chiamarono il trasporto dei mille. Una parte fu dirottata nei cosiddetti campi di lavoro, altri furono immatricolati e rimasero a Mauthausen. Con Enrico Agostoni c’erano anche: Giuseppe Bruschi, Alfredo Cazzaniga, Carlo Magni, Eugenio Recalcati, Carlo Sesti e Angelo Tesser di Cinisello Balsamo.
Il 7 luglio venne inserito come lavoratore coatto presso la fabbrica Eisenwerke Oberdonau, Linz - Austria (ditta produttrice di acciaio e ferro per il complesso industriale denominato Reichswerke Hermann Göring della Germania nazista).
Il 24 giugno 1944 fu emesso dalla Polizia di Linz Donau un Fremdenpass (passaporto per lavoratori stranieri) con scadenza al 24 giugno 1946. Su tale documento era indicato che Agostoni risultava essere un: "lavoratore straniero internato per scarso rendimento al lavoro".

Venne liberato il 5 maggio e rientrò in Italia il 20 giugno 1945.

La Commissione per la Ripartizione del Fondo Versato dalla Repubblica Federale di Germania presso il Ministero del Tesoro italiano non riconobbe a lui, come ad altri deportati impiegati come lavoratori coatti, alcun indennizzo. Il presidente dell’A.N.E.D. (Associazione Nazionale ex Deportati) di Sesto San Giovanni, Giuseppe Valota, afferma che, nonostante la corposa documentazione, nel 1968 non ebbe l’indennizzo perchè non risultava essere stato in un Lager o presente nell’elenco stilato dal Ministero della Difesa italiano nel 1960. La fabbrica di Linz non venne considerata un campo di sterminio.

DE FRANCESCO UMBERTO

Nacque il 6 gennaio 1926 a Milano. Residente a Cinisello Balsamo.

Fu arrestato il 17 agosto 1944 a Garbatola, frazione di Nerviano (Milano), per non essersi presentato alla chiamata militare fascista e, successivamente, per essersi rifiutato di far parte della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana), anche sotto minaccia di fucilazione.
Venne incarcerato a San Vittore Milano.

Fu trasferito in data non nota a Wasserburg nel campo Mühldorf (sottocampo di Dachau - Germania).
Dal 3 ottobre 1944 al 23 aprile 1945 fu assicurato dalla A.O.K. (Allgemeine Ortskrankenkasse - Compagnia di Assicurazione) di Bad Reichenhall (Berchtesgadener Land, Germania), probabilmente perchè ricoverato in un ospedale, si volle far risultare una parvenza di assistenza.
Dal 26 febbraio fino a data non nota lavorò per conto dell’impresa edile Bauunternehmung Leonhard Moll di Salzburg (Austria) presso il Baustelle (cantiere) München 15 (forse l’attuale Muenchner Allee) a Berchtesgarden (Germania).

Fu prelevato con altri deportati dal campo di Innsbruck e rimpatriato il 14 maggio 1945 con pullman inviati da ditte italiane.


MERONI GIUSEPPE

Nacque il 10 giugno 1921 a Balsamo da Angelo Meroni. Era residente in via San Martino 5 a Cinisello Balsamo. Aveva frequentato il I Corso di Avviamento Professionale e svolgeva la professione di parrucchiere. A Balsamo era conosciuto con il soprannome Sveltin.

Soldato, dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943 si unì ai partigiani di Esino Lario (Como), dove assunse il nome di battaglia Pino. Venne arrestato il 14 luglio 1944 a Esino Lario in seguito a un rastrellamento della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana). Fu torturato e, dopo un sommario processo, condannato a morte mediante fucilazione alla schiena. Grazie all’intervento di un suo familiare la pena venne commutata in deportazione.

Fu condotto in data non nota a Myslowitz (sottocampo di Auschwitz, Polonia). Tentò una prima volta la fuga l’1 gennaio 1945, però venne catturato. Ma con l’avvicinarsi dall’Armata Rossa sovietica il campo fu evacuato e i prigionieri vennero trasferiti verso altri campi più a Ovest. Meroni venne condotto a Weiden - Oberpfalz in Bavaria Est (Germania). Fuggì una seconda volta e raggiunse i sovietici con i quali combattè per sei mesi.

Tutte le informazioni sono riportate in una sua dichiarazione. In considerazione del fatto che nei documenti del Servizio Internazionale di Ricerche esistono parecchi casi di omonimia, ad oggi non è stato possibile verificare i dati relativi alla deportazione di Meroni.

Rientrò in Italia il 12 agosto 1945.

Nel dopoguerra Meroni fu presidente della Società di calcio U. S. Balsamese. Da testimonianze risulta che probabilmente anche il fratello Carlo, che era militare, fu deportato in un campo di prigionia.

Vai alla scheda: "Seconda guerra mondiale" - i monumenti alle vittime delle guerre.

Vai alla scheda: "I deportati".

Vai alla scheda: "Fernando Sala" - partigiano.

Agostoni, modulo per la ripartizione del fondo versato dalla Repubblica Federale di Germania


De Francesco, documento del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Servizio Internazionale di Ricerche
De Francesco, modulo per la ripartizione del fondo versato dalla Repubblica Federale di Germania


Meroni, domanda di ammissione all’A.N.P.I.
Meroni, dichiarazione rilasciata da Giuseppe Meroni
Meroni, documento della milizia polacca


GALLERIA FOTOGRAFICA

Ritratto di Enrico Agostoni eseguito da un carcerato di San Vittore, raggio 1, cella 2, matricola 377

Poesia dedicata a Enrico Agostoni dal libro Al di là del niente, pubblicato dal comune di Monza

Giuseppe Meroni

Giuseppe Meroni

Giuseppe Meroni con i russi

Giuseppe Meroni

Cinisello Balsamo, Giuseppe Meroni con la Società Calcio Balsamese

Giuseppe Meroni, primo da destra in piedi, in occasione dell’arrivo a Cinisello Balsamo del ciclista Gino Bartali, seduto a tavola in mezzo a don Piero Carcano a destra della fotografia e Alberto Scurati a sinistra

Cinisello Balsamo, Giuseppe Meroni con un amico