ARIENTI NATALE

Nacque il 24 dicembre 1912 a Desio (Monza e Brianza). Sposato con Irma Vergani, abitava in via Frova 7 a Cinisello Balsamo. Svolgeva la professione di cavista alla Pirelli.

Fu arrestato dai nazisti in fabbrica il 23 novembre del 1944 mentre era in corso uno sciopero; i nazisti, capeggiati dal capitano delle SS (Schutzstaffeln - reparti di difesa) Theo Saevecke, effettuarono centottantatre arresti. L’intervento della Direzione, peraltro minacciata di deportazione in blocco, valse a far rilasciare sedici operai. Centosessantasette lavoratori furono comunque deportati nei Lager nazisti.
Ricorda Pietro Lampugnani, anch’esso dipendente della Pirelli e deportato nei Lager: "Ci mettono lì da parte: volevano fucilarne quindici. Abbiamo poi saputo che era intervenuto in nostro aiuto il cardinale Schuster, così invece di fucilarci ci avrebbero portati in Germania a lavorare. Anche il Pirelli è intervenuto [...]. Ci hanno portati via così, con la nostra tuta da lavoro. Io avevo su ancora el me toni del laurà. Mi ricordo che c’erano state delle donne che lavoravano al magazzino che hanno portato degli impermeabili per coprirci".

Natale Arienti venne rinchiuso nel carcere di San Vittore a Milano e il 26 novembre passò amministrativamente nel braccio tedesco dello stesso carcere.

Per lo stesso sciopero alla Pirelli furono arrestati anche: Luigi Arnaboldi, Venturino Brancaleoni, Enrico Galbiati, Dante Ghezzi, Alfredo Guazzoni, Severino Villa e Luigi Zanetti di Cinisello Balsamo.

Partirono con altri deportati dallo Scalo Farini di Milano il 28 novembre. Mentre il treno, che trasportava anche cannoni e carri armati, transitava in zona Rezzato (Brescia) ci fu un bombardamento. I nazisti lo fecero fermare per timore che fosse colpito; i deportati furono fatti scendere e vennero rinchiusi per due o tre giorni nel cortile di un fittavolo fascista. Furono in seguito trasferiti con dei camion fino a Trento da dove ripartirono su vagoni diretti al campo di smistamento e di rieducazione al lavoro di Reichenau (rione di Innsbruck - Austria), dove giunsero il 5 dicembre.

L’8 dicembre Arienti fu trasferito a Schkopau vicino a Merseburg (Germania) per lavorare per conto della fabbrica Carl Brandt, nel cantiere sotterraneo della città, dove rimase fino all’1 giugno 1945. In seguito venne condotto a Niedersachswerfen (sottocampo di Dora Mittelbau - Germania).

Morì il 24 luglio 1974.

Il suo nome compare su uno dei masselli del monumento Al deportato sito all’interno del Parco Nord Milano a Sesto San Giovanni.

Documento del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Servizio Internazionale di Ricerche
Testimonianza di Irma Vergani, vedova di Natale Arienti


GALLERIA FOTOGRAFICA

Natale Arienti

Natale Arienti

Libretto di lavoro 1

Libretto di lavoro 2

Parco Nord, Monumento Al deportato, massello dove è inciso il nome di Natale Arienti