DIPINTO DI SAN MARTINO

In via Mariani, sulla facciata della cort del Guzzi, era ben visibile, arrivando da piazza Italia, un dipinto raffigurante san Martino*.
In occasione dei festeggiamenti per l’arrivo dell’urna con i resti di san Saturnino Martire**, che si tennero nei giorni 16, 17 e 18 ottobre 1926, alla presenza del cardinale Tosi e di numerosi arcivescovi, vescovi e alti prelati, sotto l’affresco venne collocata una fontana artificiale davanti alla quale il parroco don Emilio Griffini raccolse intorno a sè i balsamesi per una preghiera a san Martino.

*Martino di Tours [Sabaria in Pannonia (l’odierna Szombathely in Ungheria), 316 o 317 - Candes-Saint-Martin, 8 novembre 397] vescovo e confessore, è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e da quella copta.

Con la famiglia si sposta a Pavia e, in quanto figlio di un ufficiale dell’esercito dell’Impero Romano, deve entrare quindicenne nell’esercito. Viene quindi mandato in Gallia.

Ancora militare, ha la visione che diverrà l’episodio più narrato della sua vita e il più usato dall’iconografia. Si trova alle porte della città di Amiens con i suoi soldati quando incontra un mendicante seminudo. D’impulso taglia in due il suo mantello militare e lo condivide con il mendicante. Quella notte sogna che Gesù si reca da lui e gli restituisce la metà di mantello che aveva condiviso. Quando Martino si risveglia il suo mantello*** è integro.
Il sogno ha un tale impatto che Martino diviene cristiano. Decide più tardi di lasciare l’esercito e diventare un monaco. Seguito da alcuni compagni, fonda sotto la protezione del vescovo Ilario di Poitiers, nei pressi della città di Poitiers, a Ligugè, quello che si può definire il primo monastero d’occidente.

Martino si adopera per la conversione al cristianesimo della popolazione gallica. Diviene estremamente popolare e nel 371 i cittadini di Tours lo vogliono loro vescovo.
E’ un energico propagatore della fede; il suo prestigio si impone ovunque, sorretto dalle sue doti di carità, giustizia e sobrietà e dalla fama di taumaturgo. Uomo di preghiera e di azione, percorre personalmente i distretti abitati dai servi agricoltori e si adopera per l’evangelizzazione delle campagne.
A Tours fonda un monastero; lotta contro l’eresia ariana in totale fedeltà con le conclusioni del Concilio di Nicea, consentendo di vincerla.

San Martino di Tours viene ricordato l’11 novembre, data della sua sepoltura. Questa data è diventata una festa straordinaria in tutto l’Occidente.
In Italia il culto del santo è legato alla cosiddetta estate di san Martino la quale si manifesta, in senso meteorologico, all’inizio di novembre e dà luogo ad alcune tradizionali feste popolari.
In molte regioni l’11 novembre è simbolicamente associato alla maturazione del vino nuovo (da qui il proverbio "A San Martino ogni mosto diventa vino") ed è un’occasione di festeggiamenti durante i quali si brinda, appunto, stappando il vino appena maturato.
Sebbene non sia praticata una celebrazione religiosa a tutti gli effetti (salvo nei paesi dove san Martino è protettore), la festa di san Martino risulta comunque particolarmente cara alla popolazione locale.

La basilica a lui dedicata a Tours è tradizionale meta di pellegrinaggi. Nel 1562, in seguito alle lotte di religione che insanguinano la Francia, è messa al sacco dai protestanti. Durante il periodo della rivoluzione francese viene demolita quasi completamente; rimangono due torri, ancora oggi visibili. Nel 1884 viene progettata una nuova basilica, poi consacrata nel 1925.

**Il corpo di Saturnino, martire romano che sacrificò la vita durante le persecuzioni cristiane, rimase nelle catacombe fino al secolo XVIII, quando fu traslato a Milano per essere custodito nella chiesa di Sant’Angelo.
Il seminarista Emilio Griffini, incaricato di effettuare l’inventario delle reliquie, scoprì quella di san Saturnino conservata in un’urna in legno nero e fregi dorati.
Divenuto parroco a Balsamo, fece domanda a padre Lazzati al fine di ottenere la reliquia; la domanda fu benevolmente accolta il 16 aprile 1926.
Fu ricomposto lo scheletro secondo gli ultimi ritrovati della scienza e, rivestito di abiti serici, nella semplicità romana, fu deposto in un’urna artistica, opera della ditta Picozzi di Milano su disegno dell’architetto O. Scanavini. L’urna in bronzo e cristallo fu posta sotto l’altare maggiore della chiesa di San Martino.
L’annuale festa in onore del santo si celebra la seconda domenica di ottobre.

***Il mantello di san Martino verrà conservato come reliquia ed entrerà a far parte della collezione di reliquie dei re Merovingi dei Franchi. Il termine latino medievale cappella, diminutivo di cappa nel senso di mantello, sta a indicare per antonomasia, dapprima un pezzo di stoffa ritenuto parte del mantello di san Martino di Tours e venerato come una reliquia e, in seguito, l’edificio in cui questa reliquia viene conservata; poi per estensione ha indicato un qualunque edificio dedicato al culto.

Vai alla scheda: "Le opere di devozione popolare".



GALLERIA FOTOGRAFICA

Il dipinto raffigurante san Martino

Via Mariani, l’affresco raffigurante san Martino e la fontana artificiale

Un momento della cerimonia, in mezzo al gruppo di fedeli è visibile don Griffini

Via Mariani, la cascina poco prima della demolizione, l’affresco è ormai dilavato

Uno scorcio di via Mariani, a destra la cascina dove era collocato l’affresco, a sinistra la Cooperativa L’Agricola di Balsamo

Maggio 1939, piazza Italia e via Mariani, una processione, sullo sfondo il dipinto di San Martino

Doménikos Theotokópulos detto El Greco, San Martino divide il mantello con un mendicante, 1597-1599, National Gallery, Washington D.C., U.S.A.

Secondo da sinistra don Emilio Griffini, quarto don Piero Carcano

Santuario di San Martino, san Saturnino Martire

Santuario di San Martino, anniversario del venticinquesimo dell’ordinazione sacerdotale di don Piero Carcano; Balsamo si stringe attorno alle spoglie di san Saturnino Martire