DIPINTO DI SANT’ANTONIO ABATE

A Balsamo, sulla parete di una casa di piazza Vittorio Emanuele (oggi piazza Italia), ad angolo con via Benedetto Martinelli (oggi via Carlo Martinelli), era collocato un dipinto di sant’Antonio Abate* protettore degli animali, realizzato dal pittore Andrea Appiani in età giovanile. In seguito alla demolizione della casa per l’apertura di via Cadorna, negli anni Trenta il dipinto fu collocato sulla nuova costruzione sita sempre ad angolo con via Martinelli, dove un tempo si trovava il negozio del tabaccaio Sironi. I balsamesi però lo ricordavano come sant’Antoni del Purcel e lo veneravano ogni anno alla sera del 17 gennaio.

Nel pomeriggio di quello stesso giorno i ragazzi visitavano le locali cascine facendo incetta di mergasc (fogliame secco e fusti di granoturco che i contadini accatastavano per poterli bruciare durante l’inverno), poi erigevano al centro della piazza una catasta che doveva servire alla sera per il tradizionale falò.

Verso le 20.30, prima di dare inizio a quel rito propiziatorio, il parroco don Griffini recitava il rosario con alcuni fedeli, dopodichè veniva acceso il falò.

La serata si concludeva tra canti e abbondanti libagioni consumate in una sala del tabaccaio o nella vicina osteria del Tru truch, mentre i ragazzi più giovani per dimostrare il loro coraggio saltavano sopra il falò.

Falò di minori proporzioni venivano accesi anche nelle corti situate in zone lontano dalla piazza.

Anche a Cinisello si svolgeva lo stesso rito in alcune corti come quella sita in via Garibaldi nello slargo all’altezza del numero civico 29.

*Sant’Antonio Abate, che le fonti agiografiche vogliono sia nato in Egitto e lungamente vissuto intorno alla metà del III secolo dedicandosi al ritiro ascetico, è definito il santo protettore degli animali domestici.

Il giorno della morte cade il 17 gennaio ma in molti paesi le cerimonie in suo onore iniziano spesso già nel pomeriggio di vigilia.

La devozione verso il santo monaco si diffonde soprattutto negli ambienti rurali dove l’alimentazione è basata sull’utilizzo di carne di maiale. Il porcello, quale elemento simbolico del male, si ritrova nella rappresentazione iconografica dell’eremita, in perpetua competizione con il demonio.

Sant’Antonio assurge per estensione a patrono indiscusso degli animali domestici tanto che per ingraziarsi le sue qualità taumaturgiche gli viene rivolta e tributata una manifestazione di religiosità popolare fra le più coinvolgenti e spettacolarizzate.

Il complesso apparato cerimoniale prevede generalmente, oltre alle normali funzioni liturgiche, un momento rituale destinato alla benedizione degli animali, la distribuzione di un cibo devozionale costituito dai granati (grani di mais bollito), l’accensione di falò da cui riemerge il sotteso carattere solstiziale della ricorrenza e la rappresentazione in forma scenica delle tentazioni subite dal monaco a opera del demonio. Il contesto festivo si conclude con una questua con la quale gli attori sociali raccolgono in abbondanza beni alimentari consumati collettivamente in una dimensione di natura orgiastica.

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GALLERIA FOTOGRAFICA

Piazza Italia, sul lato destro della piazza veniva acceso il falò di sant’Antonio

Piazza Italia, sull’edificio bianco ad angolo con via Martinelli è appena visibile il punto dove era collocato il dipinto di sant’Antonio Abate

A sinistra della fotografia si intravede il punto dove era collocato il dipinto di sant’Antonio Abate

In fondo a sinistra si scorge la Cooperativa Aurora e a destra un edificio che fu successivamente demolito, come altri che lo affiancavano.
Al suo posto fu costruita la casa che ospitava il dipinto di Sant’Antonio, a sua volta demolita quando ci furono i lavori di rifacimento della piazza. Oggi su quell’area sorgono i giardini pubblici. Gli altri caseggiati demoliti crearono invece un varco per la futura via Cadorna, o via Nuova, come la chiamava la gente, inaugurata nel 1932

Particolare

Sant’Antonio Abate

Sant’Antonio Abate, affresco all’interno della chiesa di Priverno (Lt)