L’INCIDENTE FERROVIARIO DI BARAGIANO (PZ)

di Gianluca Barneschi
da: Balvano 1944 - I segreti di un disastro ferroviario ignorato

[...] Il 12 dicembre 1942, una tradotta militare, proveniente da Piacenza, composta da una trentina di veicoli, giunse a Potenza, dopo un giorno di viaggio. A bordo c’erano giovani reclute, prevalentemente lombarde ed emiliane.
Giunto in Basilicata, dopo la stazione di Tito, avvicinandosi alla stazione di Picerno, il treno cominciò a prendere velocità, a causa di un guasto, oppure di errori nella frenatura, o nelle verifiche (si ipotizzò anche il sabotaggio).
L’impianto di frenatura iniziò a non funzionare adeguatamente proprio nel tratto di maggior pendenza dell’intera linea.
Il personale si rese conto che il treno stava procedendo senza controllo e non c’era alcuna possibilità d’intervento: alcune carrozze non frenavano e le altre, a causa della disperata sollecitazione della frenatura, viaggiavano con le ruote bloccate in una nuvola di scintille.

Il treno percorse una dozzina di chilometri a velocità sempre maggiore, ormai incontrollabile, in un crescendo di panico dei suoi occupanti. Per chi era a bordo furono momenti tremendi: il treno correva sempre di più e le scintille avevano iniziato a incendiare alcuni dei vagoni di legno.
E non c’era niente da fare.
La velocità era troppo elevata per saltare dal treno, in una zona per di più scoscesa.
Il personale probabilmente comprese che a quella velocità non sarebbe stato possibile arrivare indenni al tratto pianeggiante.
Bisognava predisporsi all’impatto.
E pregare.

Il treno transitò in velocità nella stazione di Picerno e nella fermata di Franciosa (senza che fosse possibile per il personale predisporre un itinerario sull’apposito binario di salvamento), superando miracolosamente il cambio di direzione in corrispondenza della Galleria Jura.
Nei pressi di un casello ferroviario, al chilometro 138, in contrada Serra, il treno si spezzò in due parti. Tre carrozze si schiantarono contro alcune querce: ventinove morti e centocinquanta feriti.
La parte del treno che proseguì la corsa fu fermata poco dopo la stazione di Baragiano-Ruoti.
Erano le 17 circa.

Mario Mussini, superstite, raccontò che il treno cominciò a prendere velocità, così, dall’interno, venne chiuso il portellone del carro. Per molti minuti, in un’atmosfera di terrore sempre più disperato, nella totale impotenza, i militari attesero il violento epilogo del loro viaggio, comprendendo, dagli scuotimenti sempre più forti e dalle scintille che si intravedevano tra gli interstizi del carro, che il treno prendeva sempre più velocità, senza che i tentativi di frenare avessero successo.

Gli abitanti di Baragiano si prodigarono nei soccorsi immediati, anche se, secondo alcune fonti, non mancarono episodi di sciacallaggio.

I militari morti, tutti di età compresa tra i 19 e i 23 anni, erano, salvo uno, del nord Italia.

Come sarebbe accaduto dopo poco più di un anno per la sciagura ferroviaria di Balvano, sempre in provincia di Potenza, i militari non ebbero neanche la possibilità di essere salutati dai loro cari con un funerale nei luoghi d’origine.
Né i giornali si occuparono dell’incidente.

Il 14 dicembre, dopo una solenne cerimonia funebre, i corpi delle vittime furono inumati nel cimitero di Potenza, dal quale furono traslati nei luoghi d’origine, durante e dopo la guerra. [...]

Vai alla scheda: "Il trasporto ferroviario nel sud Italia dopo lo sbarco degli Alleati".

Vai alla scheda: "Ai soldati periti nell’incidente ferroviario di Baragiano (Pz)" - lapide commemorativa nella stazione ferroviaria di Baragiano.

Vai alla scheda: "Dante Bonanomi" - biografia.

Vai alla scheda: "Luigi Sattin" - biografia.



GALLERIA FOTOGRAFICA

Un treno a vapore

La linea ferroviaria Battipaglia - Potenza - Metaponto