PIZZI AMILCARE

Nasce a Milano il 23 gennaio 1891.

Nel 1900 inizia a lavorare come garzone in un negozio di elettricità e idraulica e negli anni successivi come apprendista in piccole tipografie.

Nel 1904 frequenta il primo corso di Impressione presso la Scuola del Libro dell’Umanitaria di Milano dove si diploma ancora molto giovane.

Nel 1906 lavora nella tipografia della Casa Editrice Sonzogno

Nel 1914 Pizzi acquista la prima pedalina utilizzando le duemila lire offertegli a titolo di ingaggio dalla squadra di calcio dell’Unione Sportiva Milanese (squadra in cui gioca con passione e che l’aveva avuto nel 1913 come terzino nel primo campionato nazionale); con questo investimento dà inizio, all’età di 23 anni, all’attività di stampatore.

Lo stabilimento di corso Roma a Milano inizia a lavorare per diversi editori milanesi e nazionali. La nuova denominazione Pizzi&Pizio, assunta dall’azienda con l’ingresso nella società dell’amico tipografo Pietro Pizio, sarà un marchio che apparirà per molti anni sui principali manifesti pubblicitari e cinematografici stampati in Italia.

L’attenzione per la qualità delle illustrazioni, la sperimentazione di nuove formule e l’investimento pioneristico in macchinari sempre più moderni (l’offset a quattro colori acquistata nel 1936, la prima installata in Italia) consolidano la fama dell’azienda. Il successo, non solo non si arresta quando i due stabilimenti di corso Roma e di via Panizza vengono danneggiati durante i bombardamenti del 1943, ma anzi cresce nei decenni successivi, portando l’Amilcare Pizzi Spa, trasferitasi nel 1965 nel nuovo stabilimento di Cinisello Balsamo, a imporsi sul mercato internazionale.

Fiore all’occhiello di una produzione che riscuote riconoscimenti sempre più ampi è la monumentale riproduzione in facsimile delle cento tavole del Codice Resta della Biblioteca Ambrosiana di Milano, realizzata per conto del Credito Italiano nel 1955.

Non é nato editore, il lungimirante stampatore Amilcare Pizzi, ma ciò che lo spinge a diventare anche editore é il desiderio di tramandare il nome dell’amatissima figlia Silvana, mancata prematuramente nel 1944.
La collezione a lei dedicata viene inaugurata nel 1945 con un volume su Giotto commentato da Carlo Carrà, cui seguiranno altri titoli dedicati ai grandi artisti italiani come Masaccio, Tiepolo e il celebre volume su Mantegna, a oggi unica e preziosa testimonianza a colori degli affreschi della Basilica degli Eremitani a Padova, bombardata pochi giorni dopo la campagna fotografica effettuata dallo stesso Amilcare Pizzi.

Nel 1948 la SilvanaEditoriale d’Arte viene costituita come casa editrice autonoma che avvia un’attività editoriale parallela e complementare a quella della stampa.
Sin dagli esordi la sua attività si indirizza al settore dei libri d’arte, instaurando importanti accordi di coedizione con editori americani ed europei.
Significative di questo periodo sono la prima edizione integrale in lingua italiana delle lettere di Vincent Van Gogh e la collana Collezione Silvana. Monumenti della civiltà pittorica italiana.

Amilcare Pizzi muore nel 1974.

Dagli anni Sessanta e Settanta l’azienda viene guidata dal nipote Rodolfo nato a Milano nel 1923. Poichè il padre era morto quando lui era ancora piccolo, lo zio Amilcare gli farà da genitore e Rodolfo sarà per oltre quarant’anni un figlio devoto, affettuoso e premuroso oltre ogni aspettativa.

Amilcare e Rodolfo considerano il loro un luogo di lavoro artigianale molto simile alla bottega d’arte rinascimentale; un posto dove le opere non si creano per ispirazione divina ma su commissione, applicando la tecnica ed esercitando i saperi con passione e dedizione. Il lavoro artigianale è per loro un mezzo di espressione e uno strumento di realizzazione personale; la bottega è il luogo dove trasferire ai giovani un patrimonio di conoscenze, una filosofia professionale, una fantasia progettuale. Una trasmissione delle esperienze che si realizza attraverso l’osservazione quotidiana del maestro, l’imitazione dei suoi gesti, la comprensione del suo atteggiamento verso il lavoro da svolgere e i problemi da risolvere.

Amilcare e Rodolfo spesso ascoltano più le ragioni del cuore di quelle della mente, favorendo gli interessi degli amici e dei collaboratori, spesso cercando la qualità più che il profitto.

Come lo zio Amilcare aveva fatto con lui, Rodolfo passerà il testimone della conduzione dell’azienda al figlio Massimo.

Nel 1988 l’industria fondata da Amilcare Pizzi riceverà dall’Amministrazione comunale l’onorificenza cittadina Spiga d’Oro con la seguente motivazione: "Industria Arti Grafiche. In questo settore la Amilcare Pizzi è una delle aziende più qualificate nel mondo delle produzioni di libri d’arte. Detti volumi vengono stampati a Cinisello nello stabilimento sorto nel 1965 che dà lavoro a oltre trecento dipendenti."

Vai alla scheda: "La storia nelle strade".



GALLERIA FOTOGRAFICA

Amilcare Pizzi

Amilcare e Rodolfo Pizzi con papa Paolo VI

1969, Amilcare e Rodolfo Pizzi alla stipula del contratto di stampa per il mercato russo

Richard Nixon, presidente degli Stati Uniti d’America, mostra alla stampa il volume su Mosca stampato dalla Amilcare Pizzi

Rodolfo Pizzi con il presidente della Repubblica Sandro Pertini

Rodolfo Pizzi con il figlio Massimo, alle loro spalle il ritratto di Amilcare Pizzi

Attesato di frequenza della Scuola del Libro dell’Umanitaria di Milano

La targa di via Amilcare Pizzi

Via Amilcare Pizzi