SPREAFICO LEONARDO

Si può far risalire la vocazione di Spreafico all’incontro nel parco di Monza con Antonio Ambrogio Alciati nel 1919; ma saranno le sue doti umane a farne un artista solitario, gentiluomo senza ombre, con il dono della comprensione e della generosità.
Allievo di Raffaele De Grada senior, di Arturo Martini, Marino Marini e Pio Semeghini, Spreafico é autore di numerosi e preziosissimi dipinti conservati in musei e gallerie di tutto il mondo; negli anni l’artista ha ottenuto ovunque premi e riconoscimenti.

Nasce a Monza il 5 novembre 1907.

Dal 1926 al 1933 (interrotto per un periodo dal servizio militare) frequenta l’Istituto Superiore d’Arte a Monza sotto la guida di grandi artisti dell’epoca.

A differenza di altri giovani pittori, Spreafico non si adegua agli indirizzi del Novecento e si trova così a fianco di un gruppo di giovani artisti: Broggini, Nicola, Pirrino, Afro, Badodi, Musso, che guardano all’Europa con interesse, facendo proprie le conquiste formali delle avanguardie.
Dal 1930 in poi si forma il gruppo degli astrattisti milanesi e il Gruppo Como e Spreafico si trova a fianco delle nuove pattuglie artistiche. Nasce così un sodalizio di giovani artisti che prende il nome di Garibaldi ’89, dal recapito milanese.

Nel 1932 con l’amico Buffoni apre uno studio a Milano. La prima importante affermazione in campo artistico è l’ammissione al Concorso per le quattro pensioni di Stato indetto dal Ministero dell’Educazione Nazionale.

Nel 1933 ottiene il diploma alla Scuola Professionale Civica di Monza e contemporaneamente la cattedra di Decorazione che manterrà fino al 1936.

Dal 1934 frequenta l’Accademia di Brera dove studia Pittura e Architettura, interessandosi anche di Arte Applicata (arazzi, vetrate, ecc.) e dove si diploma nel 1935.

L’anno successivo presenta alla Biennale di Venezia Il racconto dello zingaro e nel 1936 vince (a pari merito con altri tre artisti) un concorso indetto dalla Società di Navigazione Italia per un grande pannello destinato alla stazione di New York.
Lo stesso anno vince insieme a Buffoni il primo premio alla VI Triennale di Milano.

Nel 1937 è a Parigi dove collabora all’allestimento del padiglione italiano dell’Esposizione Universale e dove viene premiato con una medaglia d’oro per l’opera Mezza figura presentata al concorso di pittura.
Quell’anno alla XX Biennale d’Arte di Venezia presenta un grande quadro: Pittore di nudi.

Ottiene la cattedra di Composizione Decorativa agli Istituti Educativi dell’Umanitaria di Milano che conserverà dal 1938 al 1943.
Sempre quell’anno l’Istituto Nazionale per le Relazioni Culturali con l’Estero lo invia, quale consulente delle mostre del libro, in Spagna e Portogallo.

Nel 1939 viene invitato alla III Quadriennale di Roma dove espone Ritratto di signora.
Verso la fine di quell’anno si presenta al pubblico genovese con una vasta mostra personale presso la Galleria Genova ponendosi all’attenzione della critica come pittore impegnato in un’area europea, ben lontano dai provincialismi di tanta parte della pittura di quell’epoca.

L’anno successivo collabora con Marcello Nizzoli ed è invitato alla Sezione Grafica della VII Triennale di Milano.

Nel 1941 ottiene la cattedra di Figura e Pittura all’Istituto Superiore Industriale e Artistico della Villa Reale di Monza che manterrà fino al 1943.

E’ nuovamente invitato alla XXIV Biennale di Venezia del 1942 dove gli viene assegnata un’intera parete.
Al IV Premio Bergamo espone il quadro La modella triste che viene acquistato dal Ministero per la Galleria d’Arte Moderna di Roma.

Nel marzo del 1943 viene richiamato alle armi come sottotenente. A luglio è in zona di operazioni a Crotone, a novembre contrae la malaria e viene ricoverato a San Giovanni in Fiore nell’ospedale da campo 501.
L’anno successivo ottiene dal comando inglese della V Armata l’autorizzazione a eseguire paesaggi nel territorio di giurisdizione dell’Armata stessa. Quei quadri resteranno nelle mani degli inglesi. Con la V Armata risale la penisola fino a Cassino.
Gli anni della guerra maturano nuove sofferte esperienze destinate a fargli scoprire altri valori della luce.
Congedato il 18 giugno 1945, ritorna a Milano dove trova completamente distrutto lo studio in corso Garibaldi e dispersi gli amici e colleghi.

Nel settembre dello stesso anno conosce Ada Rusconi; inizia così un ininterrotto sodalizio ricco di affetti, di collaborazione e di lavoro.

Spreafico riprende la piena attività nel 1946 con rinnovato vigore e, durante l’estate, espone una mostra personale al Palazzo dell’Arengario di Monza.

Il 1948 é l’anno di ripresa della Biennale di Venezia. E’ la grande Biennale della speranza, della fede, dell’arte; quattordici nazioni sono presenti al grande avvenimento. Tra le mostre di grandi artisti, da Klee a Picasso, da Chagall a Schiele, c’è anche un’opera di Spreafico: Barche in porto.
Molti sono i premi e i riconoscimenti che gli vengono assegnati: Orvieto, Golfo della Spezia, Francavilla al Mare, Città di Alessandria, San Remo.
Inizia quell’anno una lunga permanenza di studio a Parigi.

Nel 1949 partecipa alla Collettiva di Palazzo Reale a Milano e al Premio Siena dove gli viene assegnato un premio di consolazione. Questo fatto scatena una polemica a favore dell’opera di Spreafico.

Nel 1951 riceve la medaglia d’oro alla IX Triennale di Milano suscitando l’interesse di illustri critici e cronisti.
Si reca a Barcellona per studiare e lavorare.

Dedicatosi anche al ramo pittorico di arte sacra, realizza numerose pale d’altare e vetrate che ornano chiese e cappelle (trentatre vetrate disseminate in varie chiese lombarde, venete e pugliesi).
Meritano una citazione quelle poste nella cappella Maria Ausiliatrice di Bressana in provincia di Pavia, La Deposizione sita nella cappella mortuaria AVI di Brindisi, la pala dedicata a San Giovanni Bosco nella chiesa Rondinella di Sesto San Giovanni, terminata nel 1952.

Viene chiamato alla cattedra di Pubblicità della Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco di Milano dove resterà dal 1953 al 1961.

Nel novembre del 1956 esce il volume a lui dedicato da Alfonso Gatto (edizione Il Milione Milano) intitolato 30 disegni di L. Spreafico.

Nel 1959 espone alla Biennale di Milano e nel 1960 cura due mostre personali: a Milano alla Galleria Parete da Pino e a Brescia alla Galleria Alberti.

L’anno seguente Spreafico presenta una mostra personale a Milano al Mür del Griso, partecipa alla Biennale d’Arte di Venezia riportandone la Medaglia d’Oro, conquista un’altra Medaglia d’Oro all’VIII Premio Ramazzotti.

Viene chiamato all’Istituto d’Arte P. Toschi di Parma a reggere la cattedra di Pittura dal 1962 al 1970.

Nel 1963 è presente alla XXII Biennale di Milano e nel 1964 gli viene assegnata una sala alla Pinacoteca di Monza.

Nel giugno del 1965 espone una mostra personale alla Galleria La Vela a Riva del Garda e a novembre una personale alla Galleria Il Salotto di Como.
In quell’anno lascia la sua mansarda di via Rugabella a Milano per trasferirsi a Cinisello Balsamo "a un tiro di fucile dalla sua Monza natia".
Tuttavia già in precedenza aveva avuto un ruolo di primo piano in uno degli eventi cittadini più importanti di quegli anni: la Mostra nazionale di pittura contemporanea - Premio Cinisello Balsamo , una biennale che avrebbe visto quattro edizioni a partire dal 1961, con la partecipazione di affermati artisti in campo nazionale.

Continua anche la stagione delle mostre e dei riconoscimenti: nel 1966 espone a Frankenthal in Germania, a Barcellona in Spagna, a San Pellegrino e a Campione d’Italia; ammirati soprattutto sono i suoi Fiori.

Nel 1966 realizza sei vetrate che raffigurano La vita e le opere di San Carlo per la chiesa della R.S.A. (Residenza Sanitario Assistenziale) Martinelli, una vetrata che raffigura San Giovanni Battista per la cappella esterna della R.S.A. Martinelli e un affresco collocato all’interno della casa di riposo.

Nel 1968 espone le personali a Bergamo, Milano, Rovereto e a Oporto in Portogallo dove rimane per lungo tempo.
Nello stesso anno fa parlare di sé con un’opera imponente: la vetrata dell’abside della chiesa parocchiale di Sant Ambrogio ad nemus a Cinisello Balsamo. Circa sei mesi di lavoro per artigiani e vetrai, venticinque metri quadri di vetrata e trentotto figure (altezza di Sant’Ambrogio m. 3.30). Sempre per la chiesa di Sant’Ambrogio ad nemus realizza una pala per l’altare raffigurante San Giuseppe con Gesù bambino.

Continua nel 1971 l’attività del pittore con varie personali tra le quali quella di San Giorgio Piacentino presso l’Atelier Cravedi. A Monza espone presso la nuova Galleria Tremisse.

Nel 1973 le Edizioni d’Arte Il Ponte Rosso di Milano pubblica una cartella dedicata a Spreafico 12 tavole a colori di L.S.
Raffaele De Grada* presentando la cartella scriveva: “Potrei prendere come capostipite Cassinari oppure Morlotti. Ebbene perché non vedere Spreafico in questo corso maggiore dell’arte lombarda che dai Tosi, dai Gola, dai Mosé Bianchi è discesa prima ai chiaristi e poi a Cassinari e Morlotti. Spreafico mantiene una bellissima ricchezza di colori, una sognante allegoria di giardini, di sontuosità ambite e, una volta godute, indimenticabili.”

Nel 1974 decide di partire per l’Olanda per rivedere e ristudiare Rembrandt, ed è questa un’occasione di rinnovato entusiasmo.
In questa ancora fiorente attività artistica, improvvisamente Spreafico si spegne il 15 dicembre.

Riposa nel cimitero di Cinisello Balsamo.

L’Amministrazione comunale gli ha dedicato una via.

*Raffaele De Grada (Zurigo 28 febbraio 1916 - Milano 1° ottobre 2010) - Medaglia d’oro della Resistenza.
Raffaellino (come è stato sempre chiamato per distinguerlo dal padre, famoso pittore) studente a Milano dove si laurea nel 1939, ha i primi contatti politici antifascisti. Nel 1938 viene arrestato una prima volta, nello stesso anno é tra i promotori del movimento milanese Corrente e dirige la Galleria della Spiga. Viene arrestato nuovamente il 27 marzo 1943 per essere stato tra gli organizzatori degli scioperi politici di protesta nelle fabbriche milanesi.
Durante il Governo Badoglio è redattore de’ L’Unità clandestina e, dopo l’Armistizio, s’impegna in Lombardia nell’organizzazione della Guardia Nazionale, delle prime formazioni partigiane di montagna e del Fronte della Gioventù. Nell’aprile del 1944 si sposta in Toscana con lo stesso compito. Nel settembre il C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale) toscano lo designa a dirigere il Giornale Radio che commenta, sotto il controllo degli Alleati, con lo pseudonimo di Criticus.
Il 26 aprile 1945 torna a Milano e sarà sino al 1948 redattore capo della RAI per l’Alta Italia, dove viene nominato Consigliere di amministrazione. Svolgerà per anni il ruolo di critico d’arte alla radio.
Dal 1949 al 1951 è a Parigi, segretario italiano del Comitato Mondiale dei Partigiani della Pace, è tra i primi firmatari dell’appello di Stoccolma contro la bomba atomica.
Dirigente della Federazione milanese del P.C.I. (Partito Comunista Italiano), è Consigliere comunale di Milano dal 1946 al 1959 e deputato del P.C.I. fino al 1963. Con lo scioglimento del suo partito passa al Partito dei Comunisti Italiani.
Collabora con importanti testate nazionali ed é critico d’arte per il Corriere della Sera. Vince il Premio Saint Vincent di giornalismo.
Pubblica molti saggi fondamentali nella storia dell’arte moderna, libri sui più noti pittori (si ricorda la monumentale Storia autobiografica della pittura moderna).
De Grada organizza anche importantissime mostre d’arte.
Dal 1965 al 1986 è titolare della cattedra di Storia dell’Arte all’Accademia di Brera.
Dal 1971 al 1976 dirige l’Accademia e la Pinacoteca comunale di Ravenna.
Dal 1989 al 2000 dirige l’Accademia di Arte e Restauro Aldo Galli di Como.
Da sempre iscritto all’A.N.P.I., é presidente onorario della sezione Martiri di Via Tibaldi di Milano fino alla sua morte.

Nel 2001 la casa editrice Anthelios (Garbagnate Milanese) ha pubblicato la sua biografia dal titolo La grande stagione.

Vai alla scheda: "Via Guardi angolo via Monte Santo" - Com’era com’è.

Vai alla scheda: "La storia nelle strade".



GALLERIA FOTOGRAFICA

Leonardo Spreafico

Leonardo Spreafico

Cinisello Balsamo, presentazione del Premio di Pittura. Da sinistra: il sindaco Aldo Raimondi, Leonardo Spreafico e ultimo don Massimo Pecora

Il monumento funebre di Leonardo Spreafico e Ada Rusconi nel cimitero di Cinisello

Particolare del monumento funebre

La tomba di Leonardo Spreafico

Nudo, carboncino su carta

Nudo di giovane donna, olio su tela

Le confidenze di Venere, olio su tela, 1937

Parco di Monza, olio su compensato, 1950

Autoritratto, 1952

Fiori, olio su tela, 1963

Parte superiore della vetrata della chiesa di Sant’Ambrogio ad nemus, 1968

Zingara, tecnica mista, 1972

Via Leonardo Spreafico

Via Leonardo Spreafico

Raffaele Raffaellino De Grada

Cinisello Balsamo, 25 aprile 1997, Raffaele De Grada durante un comizio con il sindaco Daniela Gasparini e altri amministratori