LE VECCHIE CORTI DI BALSAMO PROTAGONISTE DI UN FILM

Negli anni Settanta del Novecento il centro di Balsamo subì una grossa trasformazione; molte vecchie case furono demolite per far spazio a moderne costruzioni.

Nel 1973, tra le vie Martinelli e Cadorna, vennero demolite due corti fatiscenti per far posto a spazi piantumati e a una fontana.

La demolizione fu ritardata di alcuni mesi perché il regista cinematografico Luigi Comencini si recò dal sindaco Enea Cerquetti per chiedergli di aiutarlo a trovare una vecchia corte all’interno della quale avrebbe voluto girare alcune scene di un film.
Si trattava di Delitto d’amore con Stefania Sandrelli e Giuliano Gemma.

I lavori di demolizione furono sospesi e la troupe iniziò a girare.

Nelle sequenze del film sono riconoscibili, oltre alle vie Martinelli e Cadorna, anche viale dei Partigiani, via Cavour ad angolo con piazza Gramsci, via Stalingrado e la chiesa di San Pietro Martire.

Gli abitanti di Cinisello Balsamo seguirono con curiosità le riprese e alcuni di loro furono coinvolti come comparse.

Quando il registra terminò di girare il film le ruspe continuarono le demolizioni.

PER APPROFONDIRE

Delitto d’amore

Protagonisti del film sono due giovani: Nullo Branzi, un settentrionale, e Carmela Santoro, una ragazza siciliana immigrata in Lombardia.

Lavorano nello stesso stabilimento nei pressi di Milano soffrendo dei tipici problemi della fabbrica, spesso alienante. Si aggiungano le condizioni disumane in cui la famiglia di Carmela vive e il lavoro dannoso che la stessa è costretta a svolgere (con esalazioni che a lungo andare mettono in pericolo la vita della lavoratrice).

Carmela si innamora di Nullo, si fidanza e si concede a lui. In una situazione che ha ormai legato le loro due vite, esplode acuta la differenza di mentalità dei due protagonisti. Anarchica, libertaria, senza fede, quella di Nullo; oppressa da condizionamenti di schiavitù familiare e sociale, da una tipica religiosità superstiziosa e da consuetudini ataviche, quella di Carmela.

Il contrasto, già acuto sul piano individuale, viene esasperato dall’ambiente. La vicenda si conclude in modo melodrammatico con un matrimonio civile in extremis e con la morte di Carmela, vittima della fabbrica che ha consumato un ennesimo omicidio bianco.
Nell’ultima sequenza Nullo spara al proprietario della fabbrica.

Si tratta di uno dei pochi film sulle morti bianche nel cinema operaio, qualcosa di più della denuncia sociale. E’ il ritratto di una società intossicata dove il paesaggio e non solo il lavoro ne denunciano l’inquinamento. Vengono descritte le condizioni dei lavoratori anche fuori dalla fabbrica, nei casermoni delle periferie.
Vi è infine anche una buona resa dei caratteri e delle culture originarie che all’epoca caratterizzavano il conflitto tra Nord e Sud.

Ed è proprio con il finale che il delitto d’onore, con il padrone come vittima, diventa delitto d’amore.



GALLERIA FOTOGRAFICA

Manifesto del film Delitto d’amore

Fotogramma del film che inquadra la corte dove è stato girato il film

Fotogramma, Giuliano Gemma in via Martinelli, a destra il muro di recinzione di villa Di Breme Gualdoni Forno, sullo sfondo il campanile del santuario San Martino

Fotogramma, Stefania Sandrelli esce dalla corte

Fotogramma, le abitazioni non avevano il bagno in casa, a sinistra le latrine utilizzate dalle persone che abitavano nella corte

Fotogramma, un lavatoio, poi demolito con la casa

Fotogramma, il regista riprende dalla casa di corte la villa Di Breme Gualdoni Forno e via Martinelli

Demolizioni in via Martinelli

I giardini pubblici tra le vie Martinelli e Cadorna, sorti dove erano site le corti demolite, a destra sullo sfondo villa Di Breme Gualdoni Forno

Il sito dove erano ubicate le corti demolite

Fotografia scattata con la stessa prospettiva del fotogramma del film che inquadra Giuliano Gemma in via Martinelli

Uno scorcio di via Martinelli oggi