LAPIDE A RICORDO DELL’ASSEDIO ECONOMICO

ISCRIZIONE

18 - NOVEMBRE - 1935 - XIV
A RICORDO DELL’ASSEDIO
PERCHÉ RESTI DOCUMENTATA NEI SECOLI
L’ENORME INGIUSTIZIA
CONSUMATA CONTRO L’ITALIA
ALLA QUALE
TANTO DEVE LA CIVILTÁ
DI TUTTI I CONTINENTI

Dalle carte d’archivio risulta che sul Palazzo comunale vi era una lapide a ricordo delle sanzioni economiche.

In data 28 febbraio 1936 giunse a tutti i Comuni del regno una disposizione da parte delle Prefetture che recitava: “Il Gran Consiglio del Fascismo, con sua decisione del 16 novembre u.s. stabilì che sulle case di tutti i comuni del Regno fosse murata una pietra ricordo dell’assedio economico”.

Le disposizioni erano precise, oltre che per l’iscrizione da far incidere sulla lapide, anche per quanto riguarda il tipo di lapide. Infatti Mussolini dispose che le targhe fossero eseguite in marmo bianco di Carrara, dando precise indicazioni anche sul modello, che doveva essere uguale per tutti i Comuni. I formati invece erano tre, a seconda dell’importanza del Comune, e venivano indicati anche i relativi costi.

Alle Amministrazioni non restava che deliberare l’acquisto della lapide e provvedere all’ordine. La ditta incaricata per la realizzazione delle targhe era la Società Generale Marmi e Pietre d’Italia di Carrara, sezione lavorati di Viareggio.

Giunse in seguito un’ulteriore comunicazione da parte delle Prefetture che dava indicazione di non murare la lapide e di restare in attesa di ulteriore comunicazione in merito alla data per la simultanea inaugurazione in tutti i Comuni del regno. Intanto i Comuni dovevano individuare il punto idoneo sulla facciata dell’edificio comunale per la posa della lapide, lasciando “libero altro congruo spazio per l’apposizione di altra targa appendice, tra i sostegni della lapide a ricordo sopraddetta, riportante l’elenco dei paesi sanzionisti”.

Per la Lombardia, il Prefetto Motta, in data 10 novembre 1936, inviò a tutti i Comuni un telegramma:
“S.E. il Capo del Governo ha disposto che giorno 18 novembre corrente alle ore dodici debbono avere luogo in tutti i comuni le inaugurazioni delle lapidi a ricordo dell’iniquo assedio economico. Le cerimonie debbono essere brevi e solenni e vi interverranno locali autorità, Camicie nere in armi e tutte le organizzazioni regime alla cui presenza le lapidi debbono essere scoperte. Nessun discorso deve essere pronunciato. All’uopo SS.LL, prenderanno opportuni accordi con Segretari Fascio, comandanti Milizia e Presidenti O.N.B.* locali.
Firmato Prefetto Monza.”

Una successiva disposizione rinviava l’effettuazione della cerimonia alle ore diciassette del medesimo giorno. Lo scoprimento delle lapidi avrebbe dovuto essere seguito da tre minuti di silenzio annunciati e conclusi da uno squillo di tromba.

A Cinisello Balsamo l’adunanza fu comunicata con un manifesto che dava indicazione ai camerati e ai cittadini di trovarsi alle ore 16.30 di mercoledì 18 novembre, anno XV dell’era fascista, "presso il Palazzo comunale per assistere alla significativa cerimonia".

Probabilmente anche la lapide a ricordo dell’assedio economico fu distrutta dalla popolazione alla caduta del fascismo come la lapide a ricordo dell’unificazione dei due Comuni.

*Opera Nazionale Balilla

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Circolare del prefetto 28/02/1936
Circolare del prefetto 18/03/1936
Circolare del prefetto 28/03/1936


Lettera della Società Marmi e Pietre d’Italia 03/06/1936
Telegramma del prefetto 10/11/1936


GALLERIA FOTOGRAFICA

La lapide

Manifesto di convocazione dei cittadini per assistere alla cerimonia