BAJ MACARIO ALDO

Nacque a Milano il 14 dicembre 1893 da Emilio Baj Macario, sindaco e poi podestà di Cinisello. Studente al Politecnico, in seguito ingegnere.

Tenente di complemento del 3° Reggimento Artiglieria Terrestre (montagna), operò sul fronte italo-austriaco.

Morì a Milano l’1 dicembre 1918 per malattia contratta al fronte.

Fu decorato con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.

Il suo nome compare:
- sulla lapide Ai caduti della prima guerra mondiale di Cinisello sita sul sagrato della chiesa di Sant’Ambrogio ad nemus in piazza Gramsci;
- su una delle targhe Ai caduti della prima guerra mondiale di Cinisello che erano collocate sulle porte delle aule della Scuola Elementare Luigi Cadorna.

Vai alla scheda: "Ai caduti della prima guerra mondiale (Cinisello)".

PER APPROFONDIRE

Storie di soldati di Milano - a cura di Gregorio Taccola - Storia di Aldo Baj Macario
Fondi di riferimento
: Fondo Cuttica, ASC (AG); albodorolombardia.it

Quando scoppiò la guerra, nel 1915, Aldo Baj Macario era uno studente iscritto al primo anno di corso alla Regia Scuola Tecnica Superiore di Milano, il “Politecnico”. Era fortemente convinto della necessità per ’Italia di partecipare alla guerra e volle frequentare l’Accademia Militare di Torino. Terminata la scuola, col grado di sottotenente, fu chiamato a comandare una sezione delle “Batterie Siciliane” dipendente dal 64° Gruppo Artiglieria da Montagna. Fu inviato a combattere al fronte nelle Alpi Giulie dove partecipò, nel luglio 1916, alle azioni del Jôf di Miezegnot (Mittagskofel in austriaco).
Questa posizione era un baluardo del confine tra Impero Austroungarico e Regno d’Italia e costituiva un cardine del fronte nelle Alpi Giulie, in particolare - per gli italiani - era un ottimo punto di osservazione sulle retrovie austriache. La zona fu teatro di combattimento fin dai primi mesi di guerra: nel giugno del 1915 le truppe austroungariche attaccarono il Mittagskofel, partendo dalla zona della Malga Strechizza, ma riuscirono a conquistare solo la Quota 1952, chiamata dagli austriaci Kleine Mittagskofel. Dopo questa azione le posizioni dei due eserciti rimasero per quasi un anno pressoché invariate.
Tra il 16 e il 18 luglio del 1916 gli italiani attaccarono la Quota 1952, riconquistandola, ma senza riuscire a conservare la posizione a causa del contrattacco austroungarico. Fu in questa azione che il sottotenente Aldo Baj Macario si distinse e ricevette una medaglia al valore perché “sotto violento bombardamento nemico, dirigeva con ordine e perizia il fuoco della sua batteria, cooperando efficacemente all’azione di un reparto d’affini”.
Venne così promosso tenente e trasferito al 14° Gruppo. In battaglia sapeva dimostrare il proprio coraggio e dimostrava una convinta adesione alla causa della guerra, riuscendo a incitare i soldati alle sue dipendenze che invece spesso neppure capivano perché si combattesse.
Nel 1917 Aldo si distinse in un’altra azione. Era il 19 luglio, si trovava in prima linea, sul Vodice, al comando dei suoi artiglieri che erano in appoggio alla fanteria. Le linee italiane erano state travolte dall’attacco austriaco e Aldo cadde prigioniero nelle mani del nemico. Con mille difficoltà riuscì comunque a liberarsi e a scappare per tornare, insieme ad alcuni suoi uomini, ai propri pezzi di artiglieria e riprendere il combattimento. Questa azione così coraggiosa non ebbe però per lui un esito fortunato. Mentre aveva ripreso il controllo delle bocche da fuoco e si preparava a sparare al nemico, fu a sua volta colpito da un proiettile che lo ferì gravemente, tanto da costringerlo a ritirarsi dal combattimento e a cercar riparo nelle retrovie. La ferita gli procurò un danno tanto grave che fu dichiarato inabile al combattimento e allontanato dal fronte.
La sua esperienza militare doveva tuttavia continuare, anche se non più in prima linea. Venne infatti destinato a comandare un corpo nella Scuola Superiore d’Aeronautica a Parigi, dove il 24 gennaio 1918 gli fu conferito il diploma d’ingegnere aeronautico e meccanico.
Completata la scuola rientrò in Italia dove fu destinato alla Divisione Tecnica d’Aviazione di Torino. Aldo Baj Macario tuttavia soffriva di non poter più essere al fronte a combattere. Inoltrò dunque ripetute domande al Comando: voleva rinunciare al proprio diritto d’invalidità, pregava i superiori perché lo dichiarassero nuovamente abile al combattimento e lo inviassero al fronte. Alla fine i suoi sforzi ebbero successo e fu autorizzato a ritornare a combattere. Non riuscì tuttavia a tornavi: mentre era di passaggio a Milano, per raggiungere la zona di guerra, “fu colpito da morbo inesorabilmente crudele” e morì il 1° dicembre 1918.



GALLERIA FOTOGRAFICA

Targa in memoria di Aldo Baj Macario