GRAMSCI ANTONIO

Nasce il 22 gennaio 1891 ad Ales (Cagliari, ora Oristano), da Francesco, impiegato presso l’ufficio del registro di Ghilarza, e da Giuseppina Marcias; quarto di sette figli.

Nel 1897 il padre è sospeso dall’impiego e poi arrestato e condannato per una irregolarità amministrativa. L’anno successivo la madre coi figli va ad abitare a Ghilarza.

Nel 1903, per le difficili condizioni economiche della famiglia, Gramsci deve interrompere gli studi. Lavora nell’ufficio delle Imposte di Ghilarza e nell’autunno del 1905 si iscrive al ginnasio di Santu Lussurgiu.

Ottenuta la licenza ginnasiale a Oristano, nel 1908 si iscrive al liceo Dettòri di Cagliari.

Conseguita la licenza liceale, nel 1911 vince la borsa di studio del collegio Carlo Alberto di Torino per gli studenti disagiati delle vecchie province del Regno di Sardegna. A novembre si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Torino.

Nel 1915 Gramsci interrompe gli studi universitari e si dedica al giornalismo, intensificando i rapporti con il movimento socialista. A dicembre viene assunto nella redazione torinese dell’Avanti!. Contemporaneamente collabora al settimanale Il Grido del popolo.

Nel settembre del 1917 assume la direzione dell’esecutivo provvisorio della sezione socialista di Torino e dirige fino a dicembre Il Grido del Popolo. Fonda con un gruppo di giovani socialisti torinesi Il Club di Vita Morale.

Il 15 dicembre del 1918 esce il primo numero dell’edizione piemontese dell’Avanti! (diretta da Ottavio Pastore) di cui è redattore insieme a Leonetti, Togliatti e Galetto.

Nel 1919 collabora a Energie Nuove di Piero Gobetti e fonda con Togliatti, Tasca e Terracini L’Ordine Nuovo, settimanale di cultura socialista, il cui primo numero esce il 1° Maggio di quell’anno. Sempre a maggio è eletto nella Commissione esecutiva della sezione socialista torinese.

Nel 1920 partecipa a Firenze in qualità di osservatore alla riunione della frazione comunista astensionista di Bordiga e successivamente prende parte al convegno di Imola, che dà ufficialmente vita alla frazione comunista del P.S.I. (Partito Socialista Italiano).

Gramsci assume la direzione de L’Ordine Nuovo che dal 1° gennaio 1921 esce come quotidiano. Partecipa a Livorno al XVII Congresso del P.S.I. (15-21 gennaio) ed entra a far parte del Comitato Centrale del P.C.d’I. (Partito Comunista d’Italia).

Nel corso del II Congresso del P.C.d’I. (20-24 marzo 1922) viene designato a rappresentare il partito nell’Esecutivo dell’I.C. (Internazionale Comunista). A maggio si reca a Mosca con Bordiga e Graziadei. Dal 7 all’11 giugno partecipa alla seconda conferenza dell’Esecutivo allargato dell’I.C. In difficili condizioni di salute, dopo i lavori della conferenza è ricoverato nella casa di cura Serebrjanij bor dove conosce Eugenia Schucht che vi è ricoverata, e, a settembre, sua sorella Giulia, con la quale intraprende una relazione.

Impossibilitato a rientrare in Italia, pendendo su di lui dal gennaio un mandato di cattura, rimane a Mosca. A giugno del 1923 partecipa ai lavori del III Esecutivo allargato dell’I.C. A dicembre giunge a Vienna occupandosi tra l’altro della redazione della terza serie dell’Ordine Nuovo. In questo periodo tiene un fitto carteggio con Togliatti, Terracini, Scoccimarro.

Eletto deputato alle elezioni politiche del 6 aprile 1924 nella circoscrizione del Veneto, a maggio rientra in Italia. Entra nell’Esecutivo del P.C.d’I. e si trasferisce a Roma. Nell’agosto è eletto segretario del partito; nello stesso mese Giulia dà alla luce il loro primo figlio, Delio.

Nel febbraio del 1925 conosce a Roma la sorella maggiore di Giulia, Tatiana Schucht. Tra marzo e aprile torna a Mosca e partecipa ai lavori del V Esecutivo allargato dell’I.C. e a maggio interviene alla Camera contro il disegno di legge sulle associazioni segrete presentato da Mussolini e da Alfredo Rocco. Nell’estate inizia a lavorare insieme a Togliatti alle tesi per il congresso. Nell’autunno Giulia e il piccolo Delio lo raggiungono a Roma.

Al III congresso del P.C.d’I. (Lione, 20-26 gennaio 1926) presenta la relazione sulla situazione politica generale. Nell’estate compie una breve vacanza a Trafòi (Bolzano) con la famiglia. Giulia, che aspetta un altro bambino, torna a Mosca, dove il 30 agosto nasce Giuliano. L’8 novembre, in seguito alla promulgazione delle leggi eccezionali, è arrestato e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli in assoluto isolamento. Il 18 novembre viene assegnato al confino di polizia per cinque anni a Ustica, dove giunge il 7 dicembre.

Il 14 gennaio 1927 il Tribunale militare di Milano emette contro di lui un mandato di cattura. Sei giorni dopo viene tradotto al carcere di San Vittore a Milano. La dura vita del carcere si ripercuote sulla sua salute; la cognata Tatiana si trasferisce a Milano per assisterlo.

Il 28 maggio 1928 si apre a Roma il processo davanti al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato - il cosiddetto processone contro Gramsci e il gruppo dirigente del P.C.d’I. Il 4 giugno la sentenza lo condanna a vent’anni, quattro mesi e cinque giorni di reclusione. A causa delle sue compromesse condizioni di salute è destinato alla casa penale speciale di Turi (Ba).

Nel gennaio del 1929 ottiene il permesso di scrivere, e a febbraio inizia la stesura dei quaderni. Al momento di lasciare Turi ne avrà stesi ventuno.

Verso la fine del 1930, con l’arrivo a Turi di alcuni compagni di partito, comincia un ciclo di discussioni sugli intellettuali e il partito e sulla Costituente. Queste posizioni provocano le reazioni di alcuni compagni di carcere che l’accusano di non essere in linea con la politica dell’I.C., che ha abbandonato la tattica del fronte unico.

In seguito ai provvedimenti di amnistia e di condono per il decennale della Marcia su Roma, nel 1932 la condanna viene ridotta a dodici anni e quattro mesi. Il 30 dicembre muore la madre.

In seguito all’aggravarsi della sua malattia, il 19 novembre 1933 lascia la casa penale di Turi e, dopo una breve permanenza nell’infermeria del carcere di Civitavecchia, raggiunge la clinica del professor Cusumano a Formia (Lt). Riceve la visita di Piero Sraffa e in ottobre inoltra la richiesta per la libertà condizionale che viene accolta. Da quel momento inizia la stesura dei Quaderni speciali.

In seguito a una nuova crisi, nell’agosto del 1935 è trasferito alla clinica Quisisana di Roma.

Terminato il periodo di libertà condizionale e riacquistata la piena libertà, il 25 aprile 1937 viene colpito da emorragia cerebrale. Due giorni dopo Antonio Gramsci muore. Le sue ceneri sono dapprima depositate nel cimitero del Verano e nel settembre dell’anno successivo trasferite al cimitero Degli Inglesi.

Nell’immediato dopoguerra il Comune di Cinisello Balsamo intitolò la piazza principale ad Antonio Gramsci.

Nel 1978 fu inaugurata un’opera scultorea composta da pietre commemorative, una di queste è dedicata ad Antonio Gramsci. L’opera è sita nei giardini pubblici di via Giovagnoli a Cinisello Balsamo.

Vai alla scheda: "La storia nelle strade".



GALLERIA FOTOGRAFICA

1897, Antonio Gramsci

Gramsci a 15 anni

La casa di Ghilarza

1905, Gramsci al Ginnasio

Antonio Gramsci

8 maggio 1922, Torino, L’Ordine Nuovo

1922, Antonio Gramsci

1923, tessera di accesso al Cremlino

1924, a Vienna

1926, al confino a Ustica

1933, il figlio Delio, la moglie Giulia e il figlio Giuliano

1933, foto segnaletiche

La tomba nel cimitero acattolico di Roma

Ales, la piazza dedicata a Gramsci

La targa di piazza Gramsci a Cinisello Balsamo

La vecchia piazza Comunale di Cinisello, intitolata a Vittorio Emanuele; sono visibili alcune bancarelle e sullo sfondo una scritta inneggiante al duce

Piazza Vittorio Emanuele fu definita dagli aviatori La Perla

Piazza Gramsci

Piazza Gramsci, sullo sfondo a destra la chiesa di Sant’Ambrogio ad nemus, a sinistra la ditta A.L.E.A.

Piazza Gramsci contornata da un doppio filare di alberi

Piazza Gramsci agli inizi del Novecento

La chiesa di Sant’Ambrogio ad nemus con il vecchio sagrato

Piazza Gramsci dopo la ristrutturazione degli anni Settanta

1971, piazza Gramsci subito dopo i lavori di ristrutturazione

Piazza Gramsci vista dall’alto

Piazza Gramsci con l’anfiteatro che ospitava manifestazioni politiche e culturali

Piazza Gramsci, la chiesa di Sant’Ambrogio ad nemus

Piazza Gramsci dopo i lavori di ristrutturazione terminati nel 2003

Piazza Gramsci vista dall’alto

Piazza Gramsci, di fronte l’area verde

Piazza Gramsci, sullo sfondo la chiesa di Sant’Ambrogio ad nemus

La chiesa di Sant’Ambrogio ad nemus e il nuovo sagrato