A ROSARIO DI SALVO - VITTIMA DELLA MAFIA

Targa commemorativa - via Carlo Villa 6 - Circolo Auprema Salone "Rosario Di Salvo" - a lato di COOP Lombardia

Il 27 novembre 1982 fu inaugurato un nuovo Circolo culturale e ricreativo della cooperativa La Previdente.

Il Salone del Circolo, che ha la sua sede nei locali della Cooperativa in via Carlo Villa 6, venne intitolato a Rosario Di Salvo, autista e collaboratore del parlamentare comunista Pio La Torre, perito con lui pochi mesi prima in un attentato mafioso, mentre svolgeva l’attività alla quale aveva dedicato gran parte della sua vita: la lotta alla mafia.

Di Salvo era un uomo semplice, un lavoratore, un cooperatore e un militante comunista; l’intendimento del Consiglio di amministrazione de’ La Previdente fu quello di riconoscere in Di Salvo tutti coloro che hanno contribuito, anche a prezzo della vita, alla difesa degli ideali democratici e della convivenza civile nel nostro Paese.

Alla serata inaugurale, nel salone gremito da un pubblico numeroso e attento, presenziarono il sindaco Virgilio Canzi, l’assessora alla Cultura e Pubblica Istruzione Daniela Gasparini e Rosa Casanova, la giovane vedova di Rosario Di Salvo.

Al termine della parte ufficiale della serata seguì un momento ricreativo al quale parteciparono gli allievi del corso di danza del Gruppo Sportivo Cervino.

La nascita del Circolo venne promossa dal Consiglio di Amministrazione de’ La Previdente al fine di istituire all’interno del mondo cooperativo e della città un elemento di aggregazione e di vita associativa e culturale.

L’assassinio di Pio La Torre e di Rosario Di Salvo

Il 30 aprile del 1982, alle nove del mattino Pio La Torre, insieme a Rosario Di Salvo, sta raggiungendo in auto, una Fiat 132, la sede del partito.
In via Turba, un budello dove si passa appena, di fronte alla caserma Sole e vicino alla federazione del P.C.I. (Partito Comunista Italiano), si affiancano alla macchina due moto di grossa cilindrata. Un vero e proprio commando formato da alcuni uomini mascherati con il casco e armati di pistole e mitragliette che sparano decine di colpi contro i due.
Rosario è al suo posto come sempre, al fianco di Pio La Torre.
La Torre muore all’istante, mentre Di Salvo, prima di morire, ha il tempo di estrarre la pistola e sparare alcuni colpi, in un estremo tentativo di difesa del suo segretario regionale.

Il processo

Il 12 gennaio 2007 la Corte d’Assise d’Appello di Palermo ha emesso l’ultima di una serie di sentenze che ha portato a individuare in Giuseppe Lucchese, Nino Madonna, Salvatore Cucuzza e Pino Greco, gli autori materiali dell’omicidio.
Dalle rivelazioni di Cucuzza, diventato collaboratore di giustizia, è stato possibile ricostruire il quadro dei mandanti dell’eccidio, identificati nei boss Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Antonino Geraci.
Il quadro delle sentenze ha permesso di individuare nell’impegno antimafia di Pio La Torre, la causa determinante della condanna a morte inflitta dalla mafia al politico siciliano.

Centro di Studi e Iniziative Culturali Pio La Torre

Nel maggio del 1986, quattro anni dopo la loro uccisione, su iniziativa di Ino Vizzini, deputato regionale, nacque ad Alcamo il Centro di Studi e Iniziative Culturali Pio La Torre.
Missione del Centro è quella di valorizzare il patrimonio ideale e politico segnato dalla vita e dall’opera di Pio La Torre, realizzando e promuovendo studi, iniziative e ricerche originali riguardanti aspetti e problemi della Sicilia contemporanea. Perché, come ha sottolineato il primo presidente del Centro, l’ingegner Francesco Artale, nel suo discorso d’inaugurazione: “il patrimonio lasciato da Pio La Torre appartiene a tutti i lavoratori, alla gente onesta, a tutti quelli che lottano e operano contro la mafia e contro lo sfruttamento, a tutti quelli che lavorano per una Sicilia libera e produttiva e per un mondo senza missili e senza guerre”.

Il Centro Pio La Torre, nella ricorrenza dell’assassinio, organizza eventi per ricordare la lezione politica ed etica di Pio La Torre e di Rosario Di Salvo.

Al mattino di ogni 30 aprile, i compagni di Pio e Rosario si riuniscono sotto la lapide posta in via Turba, luogo dell’assassinio.

PER APPROFONDIRE

Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa arrivò a Palermo il 30 aprile 1982, con procedura d’urgenza e anzitempo. Arrivò poche ore dopo l’uccisione del segretario siciliano del P.C.I. Pio La Torre, terzo uomo politico assassinato tra il 1979 e il 1982. Precedentemente erano stati uccisi dalla mafia Piersanti Mattarella (6 gennaio 1980), democristiano, presidente della Regione siciliana, e Michele Reina (9 marzo 1979), segretario della D.C. (Democrazia Cristiana) palermitana.
Dalla Chiesa verrà ucciso a sua volta il 3 settembre 1982 e verrà ricordato, per il breve tempo trascorso dal suo arrivo, il "prefetto dei cento giorni".

Vai alla scheda: "Alle vittime della mafia - opera scultorea - via Gorki 106 - nel parco del Centro Scolastico Parco Nord".



GALLERIA FOTOGRAFICA

La targa del Circolo Culturale Rosario Di Salvo

La fotografia di Rosario Di Salvo all’interno del Circolo

Un momento ricreativo all’interno del Circolo

Il Circolo Rosario Di Salvo

Cinisello Balsamo, Rosa Casanova Di Salvo all’inaugurazione del circolo culturale

Lapide sul luogo dell’agguato, la vedova e la figlia di Di Salvo con Gian Matteo Marangoni de’ La Previdente

Rosario Di Salvo e Pio La Torre

Dopo l’agguato mafioso

Sul luogo dell’agguato due magistrati e un vice questore che saranno a loro volta uccisi dalla mafia. Da destra: Rocco Chinnici (29/07/83), Giovanni Falcone (23/05/92) e Antonino Cassarà (06/08/85).
« © Franco Zecchin »

Il funerale.
Fotografia dal sito del Centro di Studi e Iniziative Culturali Pio La Torre

Il funerale.
Fotografia dal sito del Centro di Studi e Iniziative Culturali Pio La Torre