AL DEPORTATO ANSELMO OGGIONI E AL PARTIGIANO VALENTINO COLOMBO

Lapide commemorativa - via Mazzini - di fronte al numero civico 2

ISCRIZIONE

MARTIRI
PER
LA LIBERTA’
OGGIONI
ANSELMO
MATHAUSEN*
+ 12 - 3 - 1945
COLOMBO
VALENTINO
+ 17 - 11 - 1943

DOVE

La lapide si trova sul muro dell’edificio sito ad angolo tra via Valentino Colombo e via Giuseppe Mazzini, di fronte al numero civico 2 che corrisponde alle corti dove abitavano Anselmo Oggioni e Valentino Colombo.

Quando la lapide fu posata risultava a lato della porta di ingresso della Fiaschetteria Cutuli. La posizione venne ritenuta idonea perché visibile ai passanti e agli abitanti delle corti il cui accesso da via Mazzini era privo di recinzioni o delimitazioni.

QUANDO

La posa della lapide, che fu benedetta da don Battista Testa, coadiutore della parrocchia di Sant’Ambrogio ad nemus, avvenne tra la fine del 1947 e l’inizio del 1948 alla presenza dei familiari dei caduti e di alcuni cittadini.

DEDICATO A

Al deportato Anselmo Oggioni e al partigiano Valentino Colombo. Un sentimento comune di opposizione al fascismo e al nazismo e il desiderio di partecipare alla liberazione della propria Nazione accomuna questi martiri posti sulla stessa lapide, anche se diverso sarà poi il loro destino. Oggioni morirà nel Lager di Gusen il 12 marzo 1945, mentre Colombo morirà sul Monte San Martino di Valcuvia (Varese) il 15 novembre 1943.

CHI

L’idea scaturì spontaneamente dagli abitanti delle due corti di via Mazzini 2 dove le famiglie Colombo e Oggioni abitavano. Dopo un passaparola tra gli abitanti e una riunione fu deciso di realizzare una lapide con i nomi dei due caduti. Fu chiesto anche il parere alle autorità comunali ed ecclesiastiche che plaudirono all’iniziativa.

Giovanni Meroni detto Giuanin, parente di Anselmo Oggioni, operatore cimiteriale presso il cimitero Monumentale di Milano, chiese a un lapideo di sua conoscenza di realizzarla; a ciò può essere attribuito l’errore relativo al nome del campo di concentramento indicato come Mathausen anziché Mauthausen.

La disponibilità del luogo per la posa della lapide venne concessa dalla famiglia di Giuanin Meroni, proprietaria della parte dell’edificio di via Mazzini dove la stessa fu collocata, con l’adesione dei cognati, proprietari dell’altra ala dell’immobile, anch’essi imparentati con Anselmo Oggioni.

CARATTERISTICHE

Sulla lapide in marmo è incisa in nero la dedica ai due martiri e sono incastonate le loro fotografie con cornici in ferro battuto, così come in ferro sono le borchie ai quattro lati, il porta lanterna e i due porta fiori.

PER APPROFONDIRE

Ricorda Rina Elide Mancon, moglie di Anselmo Oggioni, che la realizzazione della lapide rappresentò per lei, per i suoi parenti e per quelli di Valentino Colombo, un’iniziativa significativa che evidenziava la gratitudine della città nei confronti dei due caduti e la partecipazione al dolore dei familiari.
Sin da subito la lapide fu inclusa tra le lapidi e i monumenti dove ogni anno l’Amministrazione Comunale e l’A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) depositano le corone d’alloro per le celebrazioni del 25 Aprile e del IV Novembre.

*così come inciso sulla lapide



GALLERIA FOTOGRAFICA

La lapide

La lapide addobbata per una commemorazione

Le autorità depongono una corona durante una commemorazione

Il presidente dell’A.N.P.I. Felice Riccardi, il sindaco Angelo Zaninello, il dirigente del Commissariato di P.S. Angelo Lino Murtas e il maresciallo comandante dei Carabinieri Bernardo Aiello, alle loro spalle le corti dove abitavano i due martiri

2 novembre 1997, commemorazione del IV Novembre

L’edificio dove fu collocata la lapide in una fotografia dei primi anni del Novecento

 

DEPORTATO

Oggioni Anselmo

PARTIGIANO

Colombo Valentino